"La forza della donna deriva da qualcosa che la psicologia non può spiegare"

  • di Redazione Il Solidale
  • 21 ago 2015
  • OPINIONI

"La forza della donna deriva da qualcosa che la psicologia non può spiegare"

Caltagirone. Penso che la frase di Wilde citata sopra ci parli di ciò che noi comunemente definiamo universo femminile. Cos’è questa misteriosa forza che possiede una donna? La donna, ha una forza che la sostiene nel superare tutte le difficoltà che la vita le mette davanti, la stessa forza che la facilita nel vivere serenamente la sua esistenza, quasi sempre con il sorriso, perché non c’è niente di più bello del sorriso di una donna. Per troppi anni però le donne hanno messo a disposizione questa forza solo nell’ambito familiare, senza occuparsi minimamente della vita politica, di ciò che succedeva nel proprio paese, e questo, sembra assurdo dirlo, succede ancora.
Il dibattito relativo alla presenza delle donne in politica è sempre più attuale. Al fine di analizzare tale questione, che richiede interventi concreti ma anche un vero e proprio cambiamento di cultura ma soprattutto di mentalità, è bene partire da un chiarimento: pensiamo al voto e cosa significa votare.
Il voto più che un diritto dovrebbe essere considerato anche un dovere, un dovere al quale nessuno di noi dovrebbe sottrarsi. In Italia le donne hanno avuto diritto al voto solo nel 1946, prima di allora la loro opinione per la vita pubblica non contava assolutamente nulla. E ciò nonostante, tale riconoscimento appare più di forma che di sostanza, visto il permanere in molti contesti della rappresentazione mentale secondo cui la politica non è “un affare da donna”.
Le donne hanno dovuto conquistare la propria libertà, hanno dovuto combattere per essere ritenute di pari dignità rispetto agli uomini. Proprio qui sta il paradosso, le donne hanno dovuto combattere per qualcosa che spettava loro di diritto da sempre.
Spesso sentiamo parlare di quote rosa, le quote rosa sono l’assicurarsi di una presenza minima femminile all’interno di organi elettivi. Sicuramente le quote rosa sono molto importanti per la nostra società, ma ciò che a me fa riflettere è il fatto che siamo dovuti arrivare alle quote rosa. Per me la presenza femminile, così come è la presenza maschile, all’interno di amministrazioni pubbliche dovrebbe essere qualcosa di ovvio.
Invece dal Quirinale alle Province, passando per ministeri, parlamento, Regioni, giunte e consigli comunali, il 80% degli incarichi istituzionali in Italia oggi è ancora in mano agli uomini. L'analisi della rappresentanza di genere difatti parla chiaro: le donne costituiscono il 20% sul totale dei ruoli politici di nomina o elettivi.
Il ruolo politico della donna è stato sempre visto come qualcosa di inattivo e oserei dire “inutile”. Tutto questo è assolutamente ingiusto, le donne sono elettrici, ma devono anche essere elette e avere la consapevolezza e la comprensione che essere elette da la possibilità di migliorare qualcosa, la nostra società e soprattutto noi tutti.
La libertà deve essere un pilastro portante della politica, questa è la cosa fondamentale, e tutte le forze politiche, soprattutto quelle formate prevalentemente dai giovani dovrebbero cercare di costruire un percorso, un cammino di guida di un paese, di un partito, di un’amministrazione che possa fondarsi sulla collaborazione di uomini e donne. Non importa il colore politico, conta il fine comune e cioè che le donne devono essere presenti in politica, ma anche in organizzazioni sociali e culturali. La cosa fondamentale nella vita, ma soprattutto nella politica è la collaborazione, è la volontà di far comprendere che il potere è di tutti, che va gestito da alcune persone che rappresentano tutta la collettività.
Occorre ci sia una maggiore presenza di donne in politica semplicemente per la qualità fondamentale propria di ogni donna cioè essere una amministratrice nata. Che si amministri il ménage familiare, un’azienda o un Paese intero, ogni donna ha le caratteristiche per farlo. Per sua natura essa è infatti portata ad occuparsi degli altri: le donne sono madri. E questo indica che, per indole personale, tendono a mettere gli altri al primo posto, e di conseguenza sono più sensibili alle esigenze del cittadino, sono più concrete, realistiche ed operative, risultando quindi fondamentali, di grandissima importanza e di indispensabile utilità per la cosa pubblica.
E per tutto ciò mi vengono in mente le parole di una grande donna “Margaret Thatcher”: «in politica, se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna». Elisa Privitera