Ora si rischia di perdere il lavoro per legge!

  • di Redazione Il Solidale
  • 13 lug 2018

Ora si rischia di perdere il lavoro per legge!
Se e' certamente vero che non si creano posti di lavoro per decreto, di sicuro l'approvazione di una legge puo' disincentivare se non addirittura determinare la perdita di occupazione.
Questo e' quello che si rischia con l'adozione del cosidetto "decreto dignita'" che limita ed inasprisce il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato.
In assenza di adeguate condizioni di mercato, dato che a rischiare sono le imprese e non il governo, la scelta delle aziende non sara' quella di assumere a tempo indeterminato, bensi quella di non assumere del tutto!
Addirittura, come gia' accaduto con l'abolizione dei voucher, si rischia di fare scivolare le imprese verso il lavoro nero e trasformare i lavoratori da precari ad invisibili. 
Nel "decreto dignita'" per la verita' si rilevano anche iniziative  apprezzabili come il contrasto al gioco d'azzardo o - per quanto necessiti  di adeguati approfondimenti - il forte disincentivo alle delocalizzazioni industriali. 
Tuttavia l'impostazione generale del provvedimento esprime un forte pregiudizio ed una certa ostilita' verso il mondo delle imprese. Peraltro genera un certo fastidio vedere che si continui a decidere mettendo mano nelle tasche delle imprese.
Il segno positivo sull'occupazione, come recentemente certificato dall'istat, anche se fosse legato alla crescita dei contratti a tempo determinato, e' sempre meglio di un segno meno!
Allora, serve rendere piu' conveniente il lavoro stabile, senza con cio' disincentivare il ricorso al lavoro breve. Il mercato occupazionale ha bisogno  della reintroduzione dei voucher per rispondere al bisogno di flessibilita' di alcuni settori dell'economia ( agricolo e turistico in particolare) segnati da picchi di lavoro stagionale, ma tutti gli imprenditori hanno bisogno della riduzione strutturale del costo del lavoro per assumere a tempo indeterminato. 
Su questi temi non e' utile sventolare  bandiere ideologiche ma servono soluzioni pragmatiche!  
 
Paolo Ragusa, Presidente del centro studi C.E.S.T.A.