La sartoria "African Style", che accoglie e offre occasioni di lavoro
- di Redazione Il Solidale
- 19 mar 2018
- SOCIALE
Lavorano i tessuti coloratissimi con i disegni africani per ricavarne abiti, sciarpe, borse, bomboniere e biancheria per la casa. Sono tre immigrati e una italiana, tutti soci della cooperativa sociale Irepo African Style che 2 anni fa, grazie al sostegno dei fondi dell'8x1000 della chiesa valdese, ha aperto i suoi battenti a Palermo. Si tratta del primo negozio al dettaglio in Italia di questo genere, La "mission" della sartoria è accogliere, proponendo un lavoro qualificato, chi dopo una situazione di disagio sociale ed economico, voglia imparare un mestiere. A parlare delle soddisfazioni ma anche delle difficoltà che questo comporta è il fondatore Antonino Leone Puntarello, 60 anni, da oltre venti volontario della chiesa valdese del centro diaconale La Noce e dell'associazione onlus di promozione sociale Pellegrino della terra, che aiuta le donne immigrate ad uscire da povertà e da tutte le forme di violenza e sfruttamento.
L'intento è anche quello di fare acquisire quella competenza professionale che possa spingere poi a mettersi anche in proprio. Come sta avvenendo a Ester, che a breve aprirà un piccolo negozio nel centro storico. "Il nostro desiderio è quello di riuscire a dare delle opportunità lavorative a roteazione. Ester continuerà a comprare i tessuti da noi ma è importante che si metta in autonomia. Appena lei spiccherà il volo faremo a fine marzo un altro inserimento lavorativo magari per la realizzazione artigianale di coppole". "Le esigenze occidentali sono diverse da quelle africane ma riusciamo in qualche modo a conciliarle. Molti africani comprano i tessuti da noi e abbiamo molte commissioni di italiani. Per riuscire a camminare con le nostre gambe avremmo bisogno anche di una brava progettista che ci aiutasse a partecipare ai bandi - continua Puntarello -. L'otto x mille ci ha finora finanziato con 60 mila euro, il che ci ha permesso di garantire a tutti i contratti part-time. Il nostro fatturato è però di 25 mila euro l'anno e da soli non potremmo farcela. Non sappiamo fino a quando potremo avere questo sostegno della chiesa valdese e perciò occorrerebbe capire quali strade intraprendere per il futuro. L'Italia purtroppo, con tutte le sue tasse, non premia chi vuole portare avanti un impegno socio-lavorativo forte. La nostra è una scelta etica significativa ma sappiamo che tanti, pur di sbarcare il lunario, rischiano lavorando in nero".
Articoli correlati
Mineo. Gli ospiti del SAI "Vizzini MSNA" invitati dall’Istituto Omnicomprensivo "C.A. Dalla Chiesa" per celebrare la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza