Allo Sprar di Raddusa i musulmani celebrano la "Festa Grande"

  • di Redazione Il Solidale
  • 1 ott 2015
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Allo Sprar di Raddusa i musulmani celebrano la "Festa Grande"

Raddusa. Domenica scorsa, gli ospiti dello Sprar di Raddusa, formato da 8 ospiti musulmani e 6 cristiani e gestito dal Consorzio Sol Calatino, sotto la guida della dott.ssa Gaetana Pagana, hanno celebrato, ieri l’altro, la festa del “Id al – Ada”, cioè la festa del sacrificio, che viene chiamata “Festa Grande” in contrapposizione alla “Festa Piccola”, che rappresenta la rottura del digiuno in occasione della fine del Ramadan, già celebrata nel mese di Luglio scorso. “La Id al - Ada – ha specificato la dott.ssa Pagana – è una “Festa Grande” e importantissima per i musulmani perché ricorda l’obbedienza di Abramo che non esitò ad esaudire la richiesta di Dio, che gli chiese di sacrificare il proprio figlio Ismaele avuto con la schiava Agher, fermo restando il fatto storico che, secondo il Corano, Dio stesso lo fermò prima che Abramo lo sgozzasse. Ora, siccome nel Vangelo dei Cristiani si dice che, anche Gesù è un discendete di Abramo e che lo stesso Abramo, ci racconta il Vangelo nel parte che riguarda il Vecchio Testamento, per esaudire alla identica richiesta di Dio, si accinse a sacrificare, senza alcuna esitazione, il figlio Isacco, avuto con la moglie Sara, salvato poi dalla stessa voce di Dio che fermò Abramo prima dell’esecuzione, di fronte ad una tale similitudine Cristiani e Musulmani festeggiano insieme il sacrificio di Abramo dimostrando con ciò la loro sottomissione a Dio ed alla sua Volontà. Perciò, in questa occasione musulmani e cristiani si sono uniti e integrati a vicenda nella festa e nella preghiera”.

“E’ stato bello e significativo vedere i ragazzi gioire tutti insieme – ha continuato la dott.ssa Pagana – e rispettare ognuno la religione dell'altro, gli insegnamenti, i simboli e i valori”. Nel corso della festa, che si è svolta presso il chiosco della Bambinopoli dott. Giuseppe Seminara di Raddusa, i ragazzi hanno voluto ringraziare in modo particolare la loro insegnante di italiano Simona Garao per avere messo a disposizione il chiosco gestito dal padre e per avere offerto loro la “pecora”, cibo che ricorda lo storico sacrificio di Abramo. Inoltre hanno ringraziato la coordinatrice dott.ssa Gaetana Pagana, la psicologa dott. Claudia Avanzato e gli operatori Daniela Currao, Patrizia Grasso, Antonino Messina e Giuseppe Paterniti per avere partecipato e contribuito alla buona riuscita dell’evento. Francesco Grassia