Intervista a Paolo Ragusa, in occasione della festa della santa patrona di Mineo: «La devozione a Sant’Agrippina per andare oltre»

  • di Redazione Il Solidale
  • 22 ago 2022
  • SOCIALE

Intervista a Paolo Ragusa, in occasione della festa della santa patrona di Mineo:  «La devozione a Sant’Agrippina per andare oltre»

(Salvo Cona) MINEO. Dopo l’interruzione di due anni a causa del covid è ritornata, e alla grande, la festa in onore di Sant’Agrippina, amata patrona della città di Mineo, con l’obiettivo di un maggiore impegno per fare di questa città il luogo delle relazioni e il luogo dell’incontro come risposta alle solitudini e ai disagi di ogni tipo. Alla vigilia dello svolgersi dei festeggiamenti abbiamo intervistato Paolo Ragusa, menenino doc, da sempre impegnato in prima personale nel sociale, dalla riconosciuta capacità e competenza che lo vedono attualmente ricoprire diverse cariche affidategli, come quelle che lo vedono presiedere il circolo MCL “Don Rosario Pepe” di Mineo e l’ALS MCL Sicilia, per non parlare che il dottor Ragusa è anche vice presidente provinciale di MCL Catania e componente esecutivo regionale MCL Sicilia con delega al Welfare e Terzo settore, nonché vice presidente nazione di ALS MCL e componente del consiglio nazionale di MCL. Insomma una serie di incarichi che dimostrano quanto sia apprezzata la sua attività costante ed ininterrotta nel mondo del terzo settore e del welfare isolano e nazionale. 
A tal riguardo, come prima cosa chiedo al dottor Ragusa di spiegarci qual è il senso che quest’anno la comunità menenina dà a questa festa patronale?
La festa della Patrona di Sant’Agrippina – sostiene Paolo Ragusa - segna la ripartenza della città di Mineo, sul piano concreto dei rapporti sociali ma anche sul piano più generale e simbolico. Questa comunità è segnata da una crisi senza precedenti, sia economica che sociale, i cui sintomi più evidenti si manifestano nella ripresa dell'emigrazione che non riguarda più solo i giovani ma investe intere famiglie e nel preoccupante spopolamento del territorio. E purtroppo non sono solo impressioni ma dati certi: per la prima volta nella sua storia la città di Mineo, in occasione dell'ultimo censimento della popolazione, è scesa sotto la soglia dei 5.000 abitanti. E in questo contesto, a mio modesto parere, la cosa più grave che registro è la crisi di speranza dei menenini, la quasi mancanza di aspettative rispetto al futuro. A Sant’Agrippina chiederei la grazia di restituire a noi menenini la capacità di sognare il futuro e sognarlo qui a Mineo.”
La festa patronale è una delle icone identitarie e fondative di ogni comunità. Lo è, dunque, anche per voi?
“E' un'occasione utile per la nostra comunità locale. La Chiesa menenina ormai sta consolidando la sua unità pastorale e propone alla città, fra l'altro durante il cammino sinodale, anche in questa ricorrenza, un messaggio positivo di prossimità. Questo è il momento giusto per regalare un sorriso a chi soffre, per restituire il saluto a chi ce l'ha negato, per porgere la mano a chi si è voltato dall'altro lato. La festa di Sant’Agrippina serve ad aprire il cuore delle persone e riconciliare le azioni con i buoni sentimenti”.
E’ noto che lei ha come obiettivo quello di contribuire a costruire una città a misura d’uomo che lotta contro ogni genere di povertà, solitudine, indifferenza, discriminazione, intolleranza e perfino contro la deprecabile cultura dell’odio… da lei sempre demonizzata e condannata… palesando invece il desiderio e la necessità di ascolto reciproco, dialogo e fraternità, seppur nel pieno rispetto delle competenze e delle legittime posizioni ideologiche. E’ proprio così?
Quando il sindaco ha aperto al dialogo istituzionale, l'opposizione avrebbe potuto rispondere picche! Sarebbe stato più naturale, anche per legittimi risentimenti personali, ma invece abbiamo fatto la scelta più difficile da spiegare, ma certamente più utile alla città. Archiviare la politica dell'odio per noi è stata la scelta prioritaria: basta persone contro, ma solo uomini e donne che nel rispetto delle differenze dei ruoli istituzionali si impegnano per il bene comune. Potevamo rispondere all'odio con l'odio, alzare le barricate forti dei numeri in consiglio comunale, dato che il sindaco in quella sede ha perso la sua maggioranza, ma abbiamo preferito andare controcorrente e sfidare le logiche della politica. Siamo sempre stati propositivi, noi siamo una forza costruttiva e quindi al dialogo non potevamo che rispondere con un atteggiamento positivo. Siamo rimasti sempre  sulla stessa posizione, senza doverci spostare di un millimetro. Sappiamo bene che lo scontro fa più breccia nelle ‘tifoserie’ ma l'idea della pacificazione della città di Mineo vale molto di più di un risultato elettorale perché cambia il corso della storia”.
Il volontariato civile e sociale di questa città non si è mai tirato indietro nei momenti dell’impegno, della solidarietà e dell’accoglienza, in un contesto cittadino in cui purtroppo spesso regnava conflittualità ed aggressività. Rispetto a queste vicende politiche che ci racconta, si parla di scelta di interesse. Come replica a queste accuse?
Gli interessi imprenditoriali che alcuni di noi rappresentano non sono legati all'amministrazione del comune di Mineo. Lavoriamo in diversi comuni italiani, anche grandi città come Roma, Napoli e Palermo, e la pregressa ostilità dell'amministrazione comunale non ci ha mai impedito di crescere e svilupparci. Altri otto mesi di contrapposizione e di scontro quale problema ci avrebbero creato? Inoltre, per essere concreti, quale atto amministrativo in questi mesi di dialogo istituzionale ha portato beneficio alle attività economiche del mondo cooperativo? Non esiste neanche l'indizio di un eventuale interesse economico nella scelta di responsabilità istituzionale che stiamo seguendo. Per noi questa è prima di tutto una scelta di principio: mettere da parte i personalismi e pensare solo al bene comune; archiviare un decennio di lotte personali e rendere civile il confronto politico. Debbo dirvi che quella di riconciliare e non dividere, di fare prevalere la cultura del dialogo a quella dell'odio, di favorire l'incontro e non lo scontro, è anche una scelta cristiana di cui secondo me bisogna andare orgogliosi.
Dottor Ragusa, per concludere, secondo lei cosa e come bisogna fare per scrivere tutti insieme un domani diverso, più positivo e perché no anche più produttivo, in favore della comunità menenina e di questo territorio?
Per scrivere il domani c'è bisogno di partire dai contenuti e valorizzare ciò che a Mineo è veramente esclusivo: i prodotti della nostra terra, le eccellenze agroalimentari, il patrimonio culturale legato a Capuana e al verismo italiano, la storia dell'accoglienza e dell'integrazione, un microcosmo capace di tutelare la qualità del ben-vivere del ben-essere. Ma c'è bisogno di ritornare a sognare e ad investire sul futuro. Buona festa a tutti e Viva la nostra Patrona Sant'Agrippina!”