A Bruxelles tanta voglia di normalità

  • di Redazione Il Solidale
  • 21 dic 2015

A Bruxelles tanta voglia di normalità

A Bruxelles, mi aspettavo di trovare la neve, invece la temperatura è di 16°C, quando dovrebbe essere intorno ai 4°C: forse c'entra il riscaldamento globale, anzi no, il cambiamento climatico – siamo all'indomani della conclusione, a Parigi, delle solite (ker)messe per l'ambiente senza conseguenze apprezzabili sull'inquinamento. Si tratta solo di una perturbazione d'aria calda proveniente dal Nord-Africa.

Si discute ancora, sui giornali, della fuga del terrorista latitante, ovvero delle responsabilità intorno alla mancata cattura dello stesso; si discute già, senza però nominarli, degli abusi di potere da parte delle forze dell'ordine. Il Belgio è stato additato come base logistica del terrorismo in Europa, le autorità reagiscono. Leggo a pag. 11 di un quotidiano, sopra la pubblicità del tacchino in offerta, una “notizia breve”: da ora in poi, i servizi di spionaggio possono accedere, tramite la banca centrale, a tutti i conti aperti in qualsiasi banca belga, e anche ai conti aperti dai cittadini belgi in qualsiasi altra banca, anche all'estero. Sciopero delle ferrovie... crisi della filiera suina... approfondimenti sul divario nord-sud in tema di capacità di integrazione degli immigrati.

Con circa 82.000 residenti (meno dello 0,7% della popolazione totale, e la metà di quella italiana residente), quella marocchina è la comunità di stranieri extra-europei più numerosa in Belgio; si concentra per metà a Bruxelles. In città i magrebini nel complesso sono poco più di 100.000, e per le strade si notano: sono quelli che prendono i mezzi pubblici, vanno a spasso, chiacchierano ai caffè, girano per negozi anche loro per compere natalizie, con i figli appresso, mentre i bianchi adulti del ceto medio belga camminano in strada, in genere da soli o al massimo in coppie silenziose, diretti ad una destinazione precisa con l'intenzione che traspare di essere produttivi anche nel tempo libero.

In realtà, come per le strade di tutto il mondo, a prescindere dalle etnie e dalle culture, la gente si distribuisce in modo uniforme fra persone in pensiero e persone sovra-pensiero. Sono più numerose, rispetto all'Italia, le persone cortesi che (con o senza velo) ti sorridono ringraziandoti quando tieni loro la porta, o cedi loro il passo; e il sorriso con augurio di buone feste o buona giornata incorporato, è una caratteristica imprescindibile dei commessi (bianchi e neri) di qualsiasi negozio, anche dal venditore di kebab. D'altro canto, i belgi pur essendo cattolici praticanti, non si sentono minacciati dai musulmani nei valori cristiani e/o occidentali.

Insomma, si respira aria di consueta normalità in un'atmosfera regolarmente natalizia. Così sembra. Passo dalla strada dei ristoranti, fra profumo di paella, cozze e patatine fritte, salsa di ostriche, pizza, gyros: menù a €10, è l'ora di pranzo ma sono tutti deserti. Arrivo nella zona commerciale del centro, che qualche settimana fa era chiusa per coprifuoco. Il brusio di voci indistinte è interrotto da un paio di volanti della "Police-Politie" che sfrecciano sgommando a sirene spiegate qualche strada più in là. La Rue Neuve, la strada pedonale, inizia con una miscela di odori di frittura e crêpes. Due agenti di polizia armati. Attraverso un centro commerciale: madri con velo che spingono passeggini; adolescenti che si prendono in giro a vicenda; uomini africani che parlano del “popolo congolese”; signore di mezza età che guardano distrattamente le vetrine; due militari di pattuglia che impugnano un fucile mitragliatore a tracolla; turisti cinesi che vagano; una famiglia di americani; italiani in fila ad una gelateria di marca australiana. Il poster del nuovo disco di Adele.

I mercatini natalizi sono dislocati per le vie strette del centro, a ridosso della Borsa. Sono in vendita soprattutto manufatti artigianali e dolciumi da passeggio; qualche chiosco vende prodotti alimentari regionali: alcuni selvaggina o formaggi delle Ardenne, uno prodotti cretesi. Qui, a fianco del pecorino greco, i prodotti del Calatino farebbero senz'altro bella figura. La Grande-Place è addobbata per le feste con luci, decorazioni, e il tradizionale albero di Natale gigante. Dietro l'albero, un presepe a grandezza d'uomo, circondato da due file di transenne: nella capanna si intravede la Sacra Famiglia, dietro un cancello incatenato. Marco Amuso