(VIDEO) Al "Politeama" di Caltagirone, riproposto "L’Appello ai Liberi e Forti di Luigi Sturzo"
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- 27 nov 2019
(VIDEO) CALTAGIRONE - Sul palcoscenico del Cine Teatro Politeama di Caltagirone, lunedì sera 25 novembre, è stato riproposto "L’Appello ai Liberi e Forti di Luigi Sturzo" (le interviste, compresa quella di Paolo Ragusa di MCL, nel Video realizzato da Tvr Xenon) che ha segnato un passaggio decisivo nella storia del nostro paese, nella straordinaria interpretazione dell’attore Sebastiano Lo Monaco, in forma di monologo. Si trattava di un’ulteriore occasione per celebrare i 100 anni della nascita del Partito Popolare Italiano, fondato da Sturzo nel gennaio del 1919, il 60° anniversario dalla morte e il 125° anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Il monologo teatrale, ispirato alla vita e all'opera di Luigi Sturzo, ha avuto il suo debutto il 5 luglio scorso in prima nazionale al Festival dei Due Mondi di Spoleto ed è stato replicato a Bologna e a Siracusa con grande successo di pubblico e unanimi consensi. Il monologo "L’Appello ai Liberi e Forti di Luigi Sturzo", verrà replicato giovedì 19 dicembre, a Roma, in occasione dell’inaugurazione dell’Auditorium della Biblioteca nazionale centrale, che riapre al pubblico dopo mesi di lavori di ristrutturazioni. Dunque, dopo Spoleto, Bologna e Siracusa, l’"Appello ai Liberi e Forti di Luigi Sturzo" verrà presentato a Caltagirone in occasione del 148° anniversario della nascita del Servo di Dio di Caltagirone, a cura della Commissione diocesana per la celebrazione dell'Anno Sturziano. Lo spettacolo è stato introdotto da Gaspare Sturzo e dal vescovo della Diocesi di Caltagirone, Calogero Peri. Lo spettacolo, che si inserisce tra le iniziative celebrative dell'Anno Sturziano, in occasione del 148° anniversario della nascita del Servo di Dio, recupera tutta la forza e la suggestione del messaggio sturziano nel sapiente adattamento curato da Francesco Failla, Direttore della Biblioteca e dell’Archivio Storico della Diocesi di Caltagirone, che con scrupolo filologico ne ha saputo ricavare una rilettura contestualizzata, coniugata con richiami molto puntigliosi all’insieme del pensiero del grande statista e Servo di Dio, di cui è profondo conoscitore. Le musiche di Dario Arcidiacono contribuiscono efficacemente a rendere particolarmente gradevole la regia di Salvo Bitonti. È un don Sturzo più intimo e privato, più immediato, anche nel linguaggio fruibile da un grande pubblico, con riflessioni personali e ricordi privati tratti dall’immensa mole dei suoi scritti. Non dunque una operazione retorica o puramente celebrativa, ma un accostamento autentico e intenso alla sostanza della riflessione spirituale, socio-culturale e politica di una delle intelligenze più acute del Ventesimo secolo, che nel servizio al Vangelo seppe unire senza soluzione alcuna di continuità l’azione e la testimonianza di santità attraverso la via della “duplice fedeltà” a Dio e all’uomo. «Credo che don Sturzo sia uno dei politici più contemporanei e attuali rispetto a quanto stiamo vivendo oggi –afferma Sebastiano Lo Monaco –. Sturzo cento anni fa parlava di libertà dei mari, di immigrazione e accoglienza, di mancanza assoluta di differenze tra etnia, di una sola razza creata da Dio. Ed ancora di fare della politica non una ‘cosa sporca’ diceva, ma ‘un dono d’amore’. Sono parole scritte da un profeta». Salvo Cona