Raddusa e la sua comunità in vista delle prossime elezioni amministrative
- di Redazione Il Solidale
- 23 mag 2025
- CRONACA
RADDUSA. Si avvicinano le elezioni e cresce nei cittadini raddusani la speranza di trovare finalmente un’Amministrazione Comunale capace di tirare fuori la città dal baratro economico, culturale e sociale in cui è sprofondata in questi ultimi anni. Raccontare e spiegare in modo sufficientemente credibile quello che è successo al Comune di Raddusa in questi ultimi anni, e quello che hanno provato e che ancora oggi provano i cittadini raddusani nei confronti degli Amministratori che hanno guidato le sorti della città, è molto difficile; estremamente difficile. A raccontarlo ed a spiegarlo si rischia di sembrare eccessivi, di non essere convincenti e di apparire di facile e fantasiosa retorica. Già sono molti i cittadini che stentano a credere quello che i loro occhi hanno visto. Essi, dopo le promesse elettorali dell’Amministrazione eletta nel mese di giugno del 2022, speravano in una rinascita della città. Invece, nei due anni di totale autonomia, l’Amministrazione eletta a furor di popolo non si è dimostrata all’altezza e non è riuscita a riportare la cittadina in vita. La sfiducia al Sindaco, decretata nel settembre del 2024, con la relativa decadenza del Consiglio Comunale, sono state le cause che hanno affossato la città ancora di più e forse magari definitivamente spingendola sul baratro del fallimento totale tanto che un eventuale risorgimento appare, al momento, quasi impossibile e qualsiasi azione sostenibile potrebbe rivelarsi destinata esclusivamente a sfociare nella caricaturale effige degli ultimi anni e nelle tetre operazioni di salvataggio senza futuro in stile Frankenstein. Non sono pochi, infatti, i cittadini che si sono allontanati prendendo le opportune distanze da questa politica ritenuta incompetente e, nello stesso tempo, incapace di risolvere i tantissimi problemi che attanagliano il povero ente pubblico di Raddusa, con particolare riferimento soprattutto a quelli di natura strettamente economica. Ora come ora, credere nella resurrezione di Raddusa è una cosa molto difficile. Raddusa ha la necessità di essere guidata da una classe dirigente capace e in grado di ritrovare la solidità di quei riferimenti politici, etici e civili necessari per ricostruire il patto di fiducia che in questi ultimi anni è stato disatteso. Inoltre tutti i cittadini raddusani devono ricominciare a credere in un possibile sviluppo della loro città che può ritornare ad essere viva e pulsante, colorata ed accogliente, come un tempo e soprattutto rispettosa delle regole e della legalità. E perché ciò avvenga occorre che Raddusa venga guidata da un “Ope Government” vale a dire da una “Amministrazione Aperta e Sensibile” verso i bisogni della gente e soprattutto verso i giovani, precari o disoccupati, affinchè loro stessi possano realizzare nuove imprese con progetti innovativi così da incrementare l’occupazione. L’Amministrazione deve essere disponibile a consentire a tutti un accesso libero e trasparente ai dati pubblici digitali così da favorire e facilitare ai cittadini la fruizione dei servizi. Occorre quindi che Raddusa venga guidata da un’Amministrazione che sappia gestire lo sviluppo culturale con l’estrema consapevolezza che, senza cultura, non esiste società civile, non esiste sviluppo economico e non esiste progresso sociale. Raddusa deve vivere secondo le sue specialità, investendo soprattutto sull’agricoltura, sul commercio e sull’artigianato, e puntando con convinzione sulle politiche giovanili, perché oggi, più che mai, i giovani sono l’unica forza in grado di concretizzare qualunque idea di sviluppo. Insomma, occorre innanzitutto che tutti, politici e cittadini comuni, tornino ad innamorarsi della città, perché Raddusa è di tutti, dal primo degli amministratori all’ultimo dei cittadini, e solo con l’amore di tutti Raddusa può ritornare ad essere la Raddusa di un tempo; quella Raddusa che tutti i raddusani vorrebbero ritrovare con la nuova Amministrazione che verrà eletta. Nella foto di Santo Pellegrino la sede del Palazzo di Città. (Francesco Grassia)