SAI "Tusa Ampliamento Castel di Lucio". Creato un mini vocabolario, grazie al progetto “La Lingua italiana in Tasca dei Lavoratori stranieri”

  • di Redazione Il Solidale
  • 15 mag 2023
  • LAVORO

SAI "Tusa Ampliamento Castel di Lucio". Creato un mini vocabolario, grazie al progetto “La Lingua italiana in Tasca dei Lavoratori stranieri”

(Lucia Rivilli) CASTEL DI LUCIO. A Castel di Lucio, in provincia di Messina, i beneficiari  della struttura di accoglienza del progetto SAI "Tusa Ampliamento Castel di Lucio", coordinato dalla dottoressa Nadia Salvaggio e gestito dalla cooperativa sociale “Il Geranio” ed il “Consorzio Umana Solidarietá” stanno lavorando a un progetto denominato “La Lingua italiana in Tasca dei Lavoratori stranieri.” Durante questa attivitá, svolta in aula con l’insegnante (Lucia Rivilli), i beneficiari hanno realizzato un mini vocabolario tascabile con l’ausilio di uno creato bilingue da un’equipe di professionisti. Sono stati inseriti i termini principali e più importanti per poter iniziare un rapporto di lavoro, insieme agli strumenti e ai luoghi di lavoro.
Ogni vocabolario creato singolarmente dagli ospiti ha un colore diverso ottenuto con l’utilizzo di carta crespa e pennarelli. Lo scopo di quest’attività voluta dal progetto sopra citato, è quello di presentare non solo i termini fondamentali quali potrebbero essere (datore di lavoro, lavoratore, contratto, ferie, malattia), ma anche quello di conoscere i luoghi di lavoro e gli strumenti associati  per la produzione e l’esercizio della professione intrapresa. Quest’ultimo aspetto gli ospiti hanno potuto viverlo direttamente , in un secondo momento, partecipando con molto interesse alla giornata trascorsa il 5 maggio scorso presso un’azienda agricola "Sacco", nelle vicinanze di Castel di Lucio, la cui titolare è la signora Franca Sacco che è allo stesso tempo è pure  il datore di lavoro. La riuscita della giornata  è stata supportata dal mediatore Ramzi Eya, la cui presenza  è stata di estrema necessità approfondendo e agevolando in tutti la completa comprensione della terminologia a volte ristretta degli attrezzi, e dai preziosi operatori Billone Biagina e Giuseppe Grillo che ci hanno aiutato nel trasporto così come fanno ogni giorno. Quello a cui hanno assistito nello specifico è stata la lavorazione del latte in maniera completa, dalla mungitura alla produzione del “caciocavallo” , così chiamato il formaggio locale destinato alla vendita.
Con molta pazienza è stato spiegato, come si chiama la pentola dove si mette a bollire il latte, la cosiddetta “quadara” , così pure il “ cuppino” (mestolo) per raccogliere e versare il latte e le varie fasi che il latte attraversa prima di diventare formaggio. Dalla “cagliata” alla “lacciata”, si passa alla “tuma” che fermentata con il siero diventa acida pronta per essere lavorata e maneggiata con cura per produrre la “provola”. A fine lavoro, i beneficiari hanno gustato la ricotta e gradito ancor più la tuma. Terminato questo primo momento della mattinata sono stati accompagnati a vedere il resto dell’azienda, gli animali: le mucche al pascolo con i vitelli, i maiali da ingrasso e quelli partorienti, le galline e la grande produzione di uova, i cavalli e infine conigli, fagiani e pavoni.
È stato un giorno cercato per uno scopo preciso  quello di presentare l’attività e le figure presenti, per avere un riscontro diretto con la terminologia spiegata in aula, ma è servito come opportunità di stare a contatto con la natura, un modo piacevole di comprendere, il mestiere forse più antico dell’uomo: l’agricoltore e l’allevatore.
L’obiettivo di questo progetto che ancora proseguirà e di questa giornata trascorsa in campagna, è quello  di stimolare l’interesse degli ospiti e incoraggiare in loro l’apertura nei confronti di quello che si potrebbe presentar loro, per raggiungere obiettivi personali di realizzazione professionale e nello stesso tempo di socializzazione a garanzia della loro integrazione .