E' scomparso il nostro Francesco Grassia, apprezzato giornalista
- di Redazione Il Solidale
- 21 giu 2025
- CRONACA

RADDUSA. La redazione de “Il Solidale” partecipa al dolore per la scomparsa del nostro caro ed apprezzato collaboratore Francesco Grassia.
In questo momento di profonda tristezza, esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici e a tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato. La sua mancanza sarà sentita da tutti noi.
Il Direttore responsabile, Salvo Cona
Ad esprimere il dolore dei raddusani è Salvatore Christian Parlacino, amico di Francesco Grassia, il quale addolorato scrive quanto segue, in una toccante lettera fatta pervenire alla nostra Redazione:
In questo momento di profonda tristezza, esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici e a tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato. La sua mancanza sarà sentita da tutti noi.
Il Direttore responsabile, Salvo Cona
Ad esprimere il dolore dei raddusani è Salvatore Christian Parlacino, amico di Francesco Grassia, il quale addolorato scrive quanto segue, in una toccante lettera fatta pervenire alla nostra Redazione:
Cari amici, concittadini e familiari,
Oggi siamo qui, increduli, affranti, a salutare un uomo che è stato molto più di un giornalista, molto più di un semplice concittadino. Francesco Grassia, per tutti noi Ciccio, è stato memoria viva, voce del nostro paese, custode delle sue storie, delle sue tradizioni, delle sue battaglie quotidiane. E per me, è stato anche qualcosa in più: un amico sincero, un mentore generoso, un fratello maggiore.
La nostra collaborazione è iniziata oltre trent’anni fa, quando, giovane e pieno di entusiasmo, organizzavo eventi con la Pro Loco. Lo chiamavo per chiedergli un articolo, una riga su un comunicato, e lui c’era sempre, con quella disponibilità elegante e silenziosa che lo contraddistingueva. Insieme abbiamo costruito tanto, dalle presentazioni dei suoi libri a convegni culturali, ma ciò che resta nel cuore sono i gesti semplici, le abitudini quotidiane.
Me lo ricorderò per sempre così: ogni mattina in piazza, lui per ritirare la sua copia de La Sicilia, io lì accanto a prendere il caffè con lui, sfogliando insieme quelle pagine in cui spesso ritrovavo il suo stile, la sua firma, la sua penna limpida e affilata. Per me, che sono sempre stato appassionato di comunicazione, il tempo trascorso al suo fianco è stato una scuola. Mi ha insegnato a capire il mondo del giornalismo, a rispettare il mestiere, a costruire relazioni vere con le testate e i colleghi. Mi ha insegnato che le parole, prima ancora di essere scritte, devono essere sentite.
Nell’ultimo periodo, il nostro legame si era fatto ancora più stretto. Francesco, con la sua fiducia piena, mi aveva spinto a intraprendere il percorso da pubblicista. Voleva che io portassi avanti, anche solo per un po’, il compito di raccontare Raddusa durante i mesi difficili della sua riabilitazione. E così ho fatto. Ho cercato di onorare quel compito con rispetto, consapevole che stavo camminando su un sentiero tracciato da lui, fatto di passione, di cura, di amore per il nostro paese.
Ma oggi quel sentiero si interrompe. O forse no. Perché Francesco continuerà a parlarci attraverso i suoi articoli, le sue fotografie, i libri che ha scritto, e soprattutto attraverso il ricordo vivo che ognuno di noi porterà nel cuore. Ha scritto la storia degli ultimi cinquant’anni di Raddusa, ma soprattutto ha scritto una storia d’amore per questa comunità, fatta di ascolto, di dedizione e di verità.
Oggi lo salutiamo con dolore, ma anche con immensa gratitudine. Grazie Ciccio, per tutto quello che sei stato. Per la tua amicizia, per la tua guida, per le mattine in piazza, per le chiacchiere, per i silenzi. Grazie per aver creduto in me, per avermi indicato la strada, per avermi insegnato che scrivere è prendersi cura.
Che tu possa ora riposare in pace, nella luce serena che hai sempre saputo trasmettere.
Ciao Ciccio. Ti porterò sempre con me.
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