Palermo. Rischio chiusura per l'Housing Sociale per le persone detenute. Una realtà in Sicilia alternativa al carcere

  • di Redazione Il Solidale
  • 18 dic 2025
  • SOCIALE

Palermo. Rischio chiusura per l'Housing Sociale per le persone detenute. Una realtà in Sicilia alternativa al carcere

(sc) PALERMO. Novanta persone detenute, in quasi quattro anni, hanno avuto la possibilità di abitare insieme ad altri, fare attività di volontariato e tirocini lavorativi per il reinserimento sociale a fine pena. Tutto questo è stato possibile grazie, alla nascita dell'Housing Sociale per le persone detenute in esecuzione di pena esterna, realizzato con il progetto “Ortis 2.0” in continuità con il progetto “Ortis L’orto della spazzina” che, adesso il 31 dicembre si conclude. Il progetto, portato avanti dall'associazione Un Nuovo Giorno, è stato cofinanziato da Cassa delle Ammende e dalla Regione Sicilia Dipartimento della Famiglia e delle Politiche Sociali. Se non avviene una sua proroga, in attesa dell'uscita del bando, il rischio forte è di vanificare tutto il lavoro, fino a questo momento, portato avanti, facendo tornare in carcere le persone attualmente ospiti dell’housing. 
Questa mattina, un appello alle istituzioni competenti, è stato rivolto, nel corso di un sit-in avvenuto dentro l'Housing sociale a cui hanno partecipato gli operatori dell'associazione e 14 persone detenute. Fra gli altri, era presente il cappellano del carcere Pagliarelli fra' Loris D'Alessandro. L'associazione, in questi giorni, ha ricevuto numerose lettere da parte degli ospiti dell’Housing, nelle quali viene espressa la richiesta che la struttura non venga chiusa. 
Ho fatto più di 15 anni di carcere in vari penitenziari - dice Antonio Simone di 44 anni -. Adesso, mi rimane da scontare solo l'ultimo mese. In carcere, ho visto parecchie cose brutte e ho vissuto molte sofferenze lontano dalla famiglia e da un figlio che non ho potuto crescere. Non credevo più a niente ma, da quando sono andato in Housing, la mia vita è cambiata completamente. In questo posto, grazie agli operatori, ho riacquistato la mia speranza per una vita migliore rispetto al passato. “Dallo scorso novembre mi trovo in Housing - continua Ferdinando Lo Jacono, padre 5 figli, di 54 anni che ha una messa in prova – dove mi trovo, finora, molto bene con tutti gli altri compagni accolti nella struttura. Non avendo una residenza adeguata perchè ho una occupazione abusiva, in alternativa, sarei dovuto entrare in carcere”. “Rispetto al carcere, è davvero un altro mondo che ti permette di essere seguito bene dagli operatori - aggiunge Marco Firemi di 28 anni –. Ho avuto la possibilità di dedicarmi a tante attività di volontariato. Fra 5 giorni sarò un uomo libero. Grazie al tirocinio lavorativo presto lavorerò dentro un panificio. “Chiudere questa struttura sarebbe un vero e proprio dramma - sottolinea fra' Loris D'Alessandro, cappellano del carcere Pagliarelli - perchè ci sono persone che hanno iniziato un percorso nuovo che è una vera e propria rinascita per una vita più dignitosa. Resta una alternativa molto valida rispetto al carcere che, purtroppo, per il sovraffollamento ha diverse criticità”. “Abbiamo chiesto al Dipartimento della Famiglia e Politiche Sociali della Regione Sicilia, prendendo le economie di progetto - afferma Antonella Macaluso referente dell'associazione Un Nuovo Giorno – di avere una proroga fino al 31 marzo per almeno 12 persone e non 25 come da progetto. Tutto questo, in attesa che esca il terzo bando a cui parteciperemo per dare continuità alla vita del Housing ed a tutte le attività connesse a questo. Vorremmo continuare ad accompagnare in autonomia queste persone che, di fatto, rischiano di rientrare nuovamente in carcere. L'Housing Sociale resta, per la Sicilia, una importante alternativa al carcere che fa bene alla persona. In tanti, infatti, sono coloro che oggi hanno una vita diversa”.