Coordinamento dei Comuni siciliani in dissesto: “Stato e Regione devono ascoltarci e intervenire concretamente”

  • di Redazione Il Solidale
  • 24 nov 2016
  • CRONACA

Coordinamento dei Comuni siciliani in dissesto: “Stato e Regione devono ascoltarci e intervenire concretamente”

                Caltagirone è impegnato in prima fila nel Coordinamento dei Comuni siciliani in dissesto (oggi sono 20) che, nato su iniziativa dell’Amministrazione calatina e riunitosi la prima volta a Caltagirone lo scorso 26 ottobre e la seconda il 21 novembre a Barrafranca, tornerà a farlo a Mussomeli alle 9,30 di martedì 29 novembre, per mettere a punto la piattaforma di richieste e proposte che ne costituisce la base d’azione. L’obiettivo enunciato nel corso degli incontri è fare fronte comune per evidenziare le gravi criticità con cui bisogna fare i conti e reclamare al Governo regionale e a quello nazionale un’interlocuzione diretta attraverso cui ottenere interventi concreti a beneficio degli enti e delle comunità in questione.                                                                                      “A metà ottobre – ricorda l’assessore comunale alle Finanze, Massimo Giaconia – lanciai l’idea di un Coordinamento per condividere iniziative utili ai 20 per uscire dalle situazioni di dissesto, ma anche per dare una mano ad altre centinaia di Comuni in difficoltà, con l’intento di evitarle. Abbiamo registrato convinte e crescenti adesioni, a testimonianza di un’esigenza fortemente sentita e della capacità di superare le logica delle appartenenze politiche (fanno parte, infatti, del gruppo Comuni rappresentati da amministrazioni di diversa estrazione) nel nome dell’interesse superiore delle nostre comunità”.                                                                                        “Noi – afferma il sindaco Gino Ioppolo – stiamo faticosamente tentando di uscire dal dissesto e un passo significativo è stato rappresentato dalla recente approvazione, da parte della Giunta, dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Ma lo Stato e la Regione non fanno sino in fondo la propria parte, mantenendo enti inutili e apparati parassitari e lesinando, invece, risorse ai Comuni, che rappresentano il vero front – office con i cittadini. Se si vuole impedire che il numero dei Comuni in dissesto, specie al Sud, cresca a dismisura, si intervenga con la necessaria liquidità, dandoci la possibilità di stabilizzare i precari, promuovendo una politica più chiara nella gestione dei rifiuti e lo stop ai limiti, troppo restrittivi, posti dalla contabilità armonizzata”.