Fermati tre "scafisti" ucraini

  • di Redazione Il Solidale
  • 17 giu 2015
  • CRONACA

Fermati tre "scafisti" ucraini

Tre presunti “scafisti” sono stati fermati dagli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato: sono indiziati del reato di favoreggiamento della immigrazione clandestina. Si tratta di tre uomini che hanno dichiarato di provenire dall’Ucraina e sarebbero, secondo le ricostruzioni investigative, i componenti l’equipaggio di una barca a vela di circa 12 metri battente bandiera francese e salpata dalle coste turche con a bordo 78 migranti in prevalenza afghani e siriani. L’imbarcazione è poi approdata nel porto di Catania, sabato scorso, dopo essere stata soccorsa e scortata da una unità della Guardia Costiera svedese.
In manette sono finiti NikolayMendrik e DemitriDurizki, nati nel 1980, e Vitane Sabro del 1978. Per loro si sono temporaneamente aperti i cancelli del carcere catanese di piazza Lanza, dove attendono le disposizioni della Procura della Repubblica etnea.
L’intervento di soccorso, determinato dalle condizioni di pericolo in cui il natante si trovava a causa del sovraccarico dei migranti, è stato operato dal pattugliatore “Poseidon”, della marina svedese, impegnato nelle acque del Mediterraneo nell’ambito del dispositivo internazionale “Triton”. Sulla imbarcazione, quale “liasonofficerFrontex”, anche un militare delle Fiamme Gialle con funzioni di collegamento.
Le evidenze preliminari acquisite dall’equipaggio del pattugliatore unite alle attività investigative svolte dagli uomini della Squadra Mobile e del G.I.C.O. di Catania, che hanno raggiunto in alto mare l’imbarcazione svedese con unità veloci della Guardia di Finanza, hanno permesso di raccogliere significativi elementi indiziari nei confronti dei trescafisti del veliero, apparentemente battente bandiera francese ma in realtà privo di qualsiasi documentazione di bordo, tanto da non potersene accertare la vera nazionalità. Le attività investigative congiunte effettuate della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza - proseguite a terra sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria etnea - hanno consentito di acquisire gli elementi necessari all’adozione dei provvedimenti di fermo.
Dall’attività investigativa sono anche emersi elementi, che necessitano comunque di ulteriori riscontri, circa l’utilizzo di nuove modalità di trasporto da parte dei trafficanti di essere umani, con particolare riferimento alle basi di partenza e all’utilizzo di natanti da turismo che possono più agevolmente passare inosservati nel traffico marittimo. Alfonso Magno