L'EX GOVERNATORE LOMBARDO RICORRERA' "IN CASSAZIONE CONTRO UN VERO E PROPRIO MISFATTO.. HO FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA"

  • di Redazione Il Solidale
  • 14 lug 2019
  • CRONACA

L'EX GOVERNATORE LOMBARDO RICORRERA' "IN CASSAZIONE CONTRO UN VERO E PROPRIO MISFATTO.. HO FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA"

«Ricorrerò in Cassazione contro un vero e proprio misfatto. Ho sempre fiducia nella Giustizia devo capire se a Catania posso continuare a difendermi in un processo». Si esprime così l’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, sulla sentenza di condanna a un anno di reclusione per reato elettorale (pena sospesa), nonostante l’ex governatore della Sicilia fosse stato assolto in primo grado. Ad emettere la sentenza nei confronti di Raffaele Lombardo e di suo figlio Toti Lombardo è stata prima Corte d'appello di Catania. La stessa pena è stata comminata anche ad altri tre imputati: Ernesto Privitera, Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida. Il processo è stato celebrato dopo il ricorso della Procura della Repubblica contro la sentenza di assoluzione con la formula "perché il fatto non sussiste" emessa (il 29 ottobre 2015) dal Tribunale monocratico, presieduto da Laura Benanti. Secondo l’accusa, Raffaele e Toti Lombardo avrebbero promesso due posti di lavoro in cambio di voti in favore di Toti, eletto nella lista del Mpa, alle Regionali dell’ottobre del 2012. Tutto sarebbe iniziato dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. L’accusa avrebbe rilevato il reato di voto di scambio con Ernesto Privitera, già consigliere circoscrizionale della Prima municipalità che, nel corso di alcune intercettazioni, si sarebbe vantato del sostegno elettorale dato ai Lombardo, pretendendo in cambio favori per l’assunzione (presso un’impresa privata per la raccolta dei rifiuti) del cognato Giuseppe Giuffrida e del cugino Angelo Marino, il primo poi assunto per tre mesi. Secondo l’accusa, a Privitera le due assunzioni sarebbero state assicurate sia da Toti e sia da Raffaele Lombardo il quale non ha esitato a esprimere le sue personali considerazioni in merito alla sentenza a lui avversa: «Una condanna pronunciata perché colpevoli, al di là di ogni ragionevole dubbio? Dopo una sentenza di primo grado ipermotivata di assoluzione "perché il fatto non sussiste"? Senza nessuna nuova prova a nostro carico? Voto di scambio nel 2012, con un mio da sempre e per sempre fedele elettore dal 1980? Consigliere di Quartiere in carica del mio Partito, che con il mio Partito si sarebbe ricandidato nel 2013? A cui avevo chiesto di votare per un altro candidato?... Incredibile! Incredibile! Incredibile!... Con in più l’eccezione, più che fondata, sollevata dalla difesa, dell'inutilizzabilità delle intercettazioni raccolte quando si sospettava, per altri indagati, l’aggravante di mafia? E poi usate contro di noi?". Lombardo si sofferma anche sul suo difensore "che mi invita a lasciare l’udienza perché intuisce che la mia presenza viene considerata una sfida alla Corte?... Io ho sempre fiducia nella Giustizia -ha detto Lombardo-... Devo capire se a Catania posso continuare a difendermi in un processo». Raffaele Lombardo ha espresso la sua amarezza pure sul coinvolgimento del figlio, per il quale l'ex presidente della Regione Siciliana fa sapere che Toti non farà più politica, ma l’avvocato.