Assemblea Diocesana di Azione Cattolica… per raggiungere tutte le periferie e lì essere Chiesa
- di Redazione Il Solidale
- 8 ott 2019
- SOCIALE

CALTAGIRONE - "Lo avete fatto a me"è stato il tema dell'Assemblea Diocesana di inizio anno dell'Azione Cattolica Diocesana che ha visto la partecipazione di ragazzi, giovani e adulti e che è stata celebrata a Caltagirone nella parrocchia San Giovanni Bosco, domenica scorsa. L’assemblea ha visto la presenza del Vescovo mons. Calogero Peri per i saluti e la preghiera iniziale. Ha collaborato con i responsabili diocesani dei vari settori nella guida e conduzione della giornata intorno al tema enunciato con spazi articolati di preghiera, ascolto e confronto, l’Assistente regionale unitario, don Enzo Smriglio. Dopo la celebrazione dell’Eucaristia e lo spazio di condivisione della fraternità col pranzo, i lavori sono riprosi nel pomeriggio, con il racconto dell’estate e i momenti di incontro dei presidenti parrocchiali ed i laboratori articolati per Settori in funzione della programmazione dell’anno. La Presidente diocesana, Concetta Antenucci, sottolinea che «il programma dell’Azione Cattolica che ci è consegnato in questo anno associativo ci invita ad abitare i luoghi e le relazioni della nostra vita con un continuo esercizio di gratuità che ci spinge a camminare a fianco del fratello avendone cura. L'Azione Cattolica Italiana, facendo propria concretamente l’attenzione che Papa Francesco non cessa di rivolgere alle realtà di ‘marginalità’, intende rinnovare il suo impegno e la sua scelta a favore degli ultimi, perché, consapevole della propria missionarietà e attraverso la ricchezza intergenerazionale, possa essere sempre più capace di abitare la propria città». Il vescovo Peri si sofferma sul «concetto stesso di marginalità che sembra evolvere ben oltre le tradizionali tipologie di povertà cui da sempre siamo abituati. È un fenomeno che si sviluppa con dinamiche nuove, su cui occorre interrogarsi con maggiore discernimento perché si espande come disagio diffuso anche in aree sociali ed esistenziali più delicate e profonde che pure sembrano affrancate dalle urgenze di natura prevalentemente economica. In questi spazi essere presenti non si può limitare soltanto a soccorrere un bisogno ma deve spingere a condividere un disagio». Salvo Cona