Coronavirus: il pediatra Alessandro Manzoni e i consigli per educare i bambini a proteggersi
- di Redazione Il Solidale
- 23 feb 2020
- CRONACA

MINEO - Era una notizia che temevamo ma che, ragionevolmente, stavamo aspettando: il Coronavirus, Covid-19, è arrivato in Italia! Probabilmente una persona proveniente dalla Cina ha infettato un italiano ed è nostro arduo compito fare in modo che da questi primi casi non ne derivi una catena. In questo senso, tutte le misure messe in atto per contrastare il virus, certamente opportune e adeguate, hanno fatto emergere un aumento, apparentemente rapido, del numero di casi che altrimenti non avremmo evidenziato: tra questi anche soggetti con sintomi lievi o addirittura asintomatici. Certamente altri casi saranno identificati proprio per effetto delle misure di contenimento dell’epidemia nel nostro paese, ed è un bene che sia così. E’ giusto avere consapevolezza di ciò che accade ed è importante che ognuno, senza panico e senza sterili polemiche, faccia la propria parte per ostacolare la diffusione del virus. La sfortunata coincidenza è che il Coronavirus ha fatto il suo debutto in piena epidemia influenzale, quando gli studi dei Pediatri di famiglia sono affollati da bambini affetti sia dall’influenza che dalle comuni affezioni respiratorie stagionali: distinguere in base ai sintomi di quale infezione respiratoria si tratti è quasi impossibile. Il dato che ci tranquillizza è che, fino ad oggi, nessun decesso è stato segnalato tra i bambini che, così come per l’influenza, sembrano guarire prima e resiste meglio all’infezione da Coronavirus. Tuttavia, come accade per l’epidemia influenzale, i bambini rappresentano un importante serbatoio di diffusione anche per il Coronavirusmettendo a rischio la salute di genitori e nonni che potrebbero avere evoluzioni aggressive ed esiti fatali. Ecco perché le raccomandazioni per prevenire la diffusione del Coronavirus coincidono, per la maggior parte, con quelle che vengono emanate ogni anno per controllare l’epidemia di influenza:
-Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone oppure con gel alcolico se l’acqua non è disponibile;
-Per il raffreddore e gli starnuti utilizzare un fazzoletto, meglio monouso, e poi smaltirlo adeguatamente;
-Se il bambino presenta tosse o starnutisce, deve rimanere a casa avendo cura di stare ad almeno un metro di distanza da un’altra persona;
-Istruire i bambini a starnutire o tossire girando la testa verso la spalla o nella piega del gomito;
-Se affetti da sintomi influenzali, non mandare i bambini a scuola e né in altre comunità, fino a completa guarigione, avendo cura di indossare la mascherina, soprattutto se in casa ci sono neonati o adulti a rischio;
-Garantire ai bambini un sonno qualitativamente e quantitativamente adeguato, perché in età pediatrica un buon sonno previene febbre e infezioni;
- Tenere pulite le superfici della casa e dei giocattoli, usando soluzioni alcoliche o a base di ipoclorito di sodio;
-La dieta dei bambini deve essere sana ed equilibrata, ricca in vitamine già a partire dalla colazione;
-Non portare direttamente i bambini allo studio del Pediatra di Famiglia, ma contattarlo telefonicamente;
- Non portare direttamente i bambini al Pronto soccorso, ma telefonare al Numero 1500.
Tutti i medici Pediatri fanno appello al senso di responsabilità dei genitori, perché evitino di portare i bambini in Pronto Soccorso e nello studio del Pediatra di Famiglia se affetti da comuni sintomi respiratori: è importante evitare al massimo il contatto tra sani e malati. I sintomi, in prima istanza, possono essere gestiti con consigli telefonici e farmaci sintomatici. I pediatri, d’altro canto, si impegneranno a garantire una più ampia disponibilità telefonica. E’ sempre stato sconsigliabile frequentare, senza effettiva necessità, Pronto Soccorso e studi medici: oggi più che mai vorrebbe dire esporsi a gravi e inutili rischi. Alessandro Manzoni (segretario provinciale della Federazione Italiana dei Medici Pediatri di Catania e vice segretario regionale della FIMP-Sicilia).