Violenza contro le donne: ancora un altro uomo arrestato dalla Polizia di Stato di Catania
- di Redazione Il Solidale
- 12 mag 2020
- CRONACA

CATANIA - Ancora una volta la Polizia di Stato è intervenuta per porre fine a un altro episodio di violenza contro le donne. Lo scorso 9 maggio, al termine di una delicata indagine, gli agenti del Commissariato Centrale di Catania hanno eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari, in un luogo diverso dalla propria abitazione, un cinquantacinquenne italiano di origini mauriziane, responsabile dei reati di maltrattamenti nei confronti della moglie. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal GIP del Tribunale di Catania. La vittima, dopo 24 anni di matrimonio, ha finalmente deciso di sporgere denuncia nei confronti del marito per gli atteggiamenti aggressivi e autoritari tenuti da quest’ultimo, in ambito familiare. Dalle indagini svolte dai poliziotti è emerso che, nel corso degli ultimi tredici anni, l’uomo avrebbe iniziato ad abusare di sostanze alcoliche e, rincasando la sera a casa, avrebbe picchiato la propria moglie, minacciandola pure di morte, a volte usando truci espressioni come “ti brucio con la benzina”. Le violenze fisiche e psicologiche, non denunciate prima per pudore e per mantenere unito il nucleo familiare, con il passare degli anni hanno però costretto la vittima a tenere un regime di vita mortificante e di completa sottomissione, fino a subire violenze fisiche commesse, tra l’altro, anche in presenza del figlio minorenne. All’apice della disperazione, alcuni anni addietro la donna aveva addirittura tentato il suicidio, ingoiando veleno per topi: grazie al provvidenziale intervento di una vicina di casa e del personale sanitario dell’ospedale, riuscì ad evitare la morte per avvelenamento. Confortata e sostenuta dal personale specializzato in servizio presso il Commissariato della Polizia di Stato, la vittima ha riferito che il marito, con minacce e violenza, le aveva pure proibito di avere rapporti con parenti e amici e, accecato da stati di gelosia, le controllava continuamente il telefonino, arrivando finanche a telefonarle mentre si trovava sul posto di lavoro, per verificare la reale sua presenza. La triste vicenda ha imposto una delicata trattazione da parte degli agenti degli investigatori del Commissariato etneo, con i quali la vittima ha instaurato un rapporto fiduciario e quasi confidenziale. E questo periodo di “lockdown” ha chiaramente evidenziato come, in situazioni di pregresse problematiche comportamentali, la casa non sia affatto un rifugio sicuro. E’ lecito immaginare, visto il crescente numero di segnalazioni pervenute, che tante vicende simili passino sotto silenzio. Per questo, la Polizia di Stato fa sapere che ci sono a disposizione molti mezzi di comunicazione, dal 112 NUE per le richieste urgenti all’applicazione YouPol, scaricabile su piattaforme Android e iOs, che permette la segnalazione (anche in forma anonima) di ogni tipo di fatto o di reato ma soprattutto di tutte quelle situazioni preoccupanti o pericolose che riguardano la violenza sulle donne e, più in generale, i maltrattamenti in famiglia. Salvo Cona
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