Immigrazione. La Prefettura di Ragusa ha presentato “Rete del Lavoro agricolo di qualità”

  • di Redazione Il Solidale
  • 26 giu 2020
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Immigrazione. La Prefettura di Ragusa ha presentato “Rete del Lavoro agricolo di qualità”

RAGUSA - Si è riunito, nei Saloni di rappresentanza della Prefettura iblea, il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, presieduto dal Prefetto di Ragusa, Filippina Cocuzza, utilizzando anche modalità di connessione da remoto con  il  Direttore regionale dell’INPS di Palermo, con la referente dell’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche sociali di Roma che in partenariato con il Censis  si occupa dei servizi di potenziamento e di support alla governance dei Consigli Territoriali per l’Immigrazione”, e con i rappresentanti legali dei centri di accoglienza straordinaria, in collegamento dal locale Centro Polifunzionale, struttura gestita dalla Prefettura e dal Comune di Ragusa e dove ha sede lo Sportello Unico per l’Immigrazione che si occupa, in coordinamento con il Centro per l’Impiego, anche delle istanze  della attuale emersione. Nutrito l’ordine del giorno che ha toccato numerosi temi quali l’illustrazione delle nuove procedure di emersione dei rapporti di lavoro previsti dal decreto legge 34/2020; la presentazione e l’illustrazione della Sezione territoriale di Ragusa della “Rete del Lavoro agricolo di qualità”, istituita dall’INPS di Ragusa lo scorso 12  febbraio, in attuazione del Protocollo sottoscritto presso questa Prefettura lo scorso 3 dicembre, in adesione al protocollo interministeriale   “Protocollo sperimentale contro   il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura Cura-legalità-uscita dal ghetto” che ha le finalità di supportare la piena integrazione dei lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo e reprimere i fenomeni di illegalità nell’intermediazione della manodopera e nella gestione del rapporto di lavoro, con particolare riferimento ai territori di Bari, Caserta, Foggia, Potenza, Reggio Calabria e Ragusa, quest’ultima unica provincia siciliana. E proprio la provincia di Ragusa è la prima ad avere istituito la Sezione provinciale della "Rete del Lavoro agricolo di qualità". Nell’ambito di un apposito tavolo tematico composto da  Ispettorato Territoriale del Lavoro, Centro per l’Impiego, Inail, Ebat, Cgil, Cisl, Uil, Unione provinciale Confagricoltura, Federazione provinciale Coltivatori Diretti, Confederazione provinciale Italiana Agricoltori (CIA), coordinato dalla Prefettura iblea in stretta  sinergia con l’INPS di Ragusa  si è  dato il via alla formale  istituzione della Sezione  individuando  i soggetti aderenti e  supportando  l’INPS nel rafforzamento dello sportello già attivo presso il Centro Polifunzionale di Ragusa, favorendone la conoscenza e l’accesso alle aziende agricole del territorio, anche attraverso specifico materiale informativo e momenti di divulgazione e informativi ad hoc. Le peculiarità della “Sezione Territoriale di Ragusa della Rete del Lavoro Agricolo di qualità”, quale iniziativa che contribuirà a  sostenere, in maniera concreta, la valorizzazione delle aziende impegnate nelle attività di contrasto del capolarato, sono state messe bene in evidenza dal Direttore regionale dell’INPS, Maia Sandra Petrotta, e dal direttore dell’INPS di Ragusa, FloccariIn particolare, l’obiettivo principale della Sezione è quello di promuovere un tessuto di aziende agricole fondato su presupposti etici ed organizzativi, che garantendo la qualità dei processi e dei prodotti, valorizzino appieno il proprio potenziale economico e promuovano la crescita ed il benessere dei diversi territorio in cui operano, individuando  e diffondendo  pratiche, che anche mediante il ruolo della contrattazione decentrata e territoriale, valorizzino ed incentivino le attività del settore agricolo ed i prodotti di eccellenza del Made in Italy, e delle imprese che scelgano legalità e sicurezza. In tale contesto è  di fondamentale importanza l’attivo impegno delle rappresentanze sindacali, delle associazioni di categoria e delle imprese, presenti alla riunione,  che attraverso la contrattazione e la bilateralità mettano in campo servizi alle imprese ed ai lavoratori capaci di contribuire alla lotta al caporalato, promuovendo condizioni di vantaggio per le imprese che scelgono la strada della legalità e della buona economia, combattendo ogni forma di caporalato e sfruttamento criminale della manodopera. Peraltro, le procedure in corso della emersione prevista dal recente decreto legge n. 34 /2020, forniscono l’occasione per fare rientrare in una cornice giuridica e normativa le iniziative in materia di politiche attive del lavoro, di contrasto al lavoro sommerso e all'evasione contributiva, nonchè per l’organizzazione e la gestione dei flussi di manodopera stagionale, e per l’assistenza dei lavoratori stranieri impiegati nel comparto agricolo.