Restaurato organo a canne (1869) nella Chiesa Madre "Immacolata Concezione" di Raddusa

  • di Redazione Il Solidale
  • 22 ott 2020
  • CRONACA

Restaurato organo a canne (1869) nella Chiesa Madre "Immacolata Concezione" di Raddusa

RADDUSA  –  Dopo essere stato restaurato in tutte le sue parti essenziali, ad opera della ditta che fa capo ai fratelli Cimino di Aragona, l’organo a canne, collocato, nel 1869, dai Fratelli Platania di Acireale, all’interno della Chiesa Madre di Raddusa dedicata all’Immacolata Concezione, è ritornato nella sua sede originaria ed ora è in attesa di un maestro che lo faccia suonare come ai “bei tempi antichi” quando, grazie alla sua complessa sinfonia di suoni, aveva un ruolo di primo piano nella musica sacra e nella liturgia ecclesiastica. L’organo a canne, che da oltre 150 anni esiste nell’arredamento dell’antica Chiesa Madre di Raddusa, è uno strumento musicale che appartiene alla famiglia degli “aerofoni”; viene suonato pigiando le dita su una una tastiera multipla e pedalando con i piedi su di una pedaliera posta in basso. Il suono è prodotto da un sistema di canne metalliche di grandezza e di lunghezza variabili secondo la nota e il timbro che esse devono riprodurre. La storia ci racconta che l’invenzione dell’organo a canne risale al 275 a.C. ad opera degli egiziani. Successivamente è stato adottato da diversi popoli di diverse culture. Ma prima però di essere stato scelto come strumento privilegiato all’interno delle varie chiese europee d’impronta cristiana, è stato grande protagonista in diversissime funzioni, nel mondo antico ellenico, bizantino, romano e medievale. Successivamente poi, per la sua valenza musicale è diventato di moda nel mondo cristiano e, di conseguenza, è stato installato, come nella chiesa di Raddusa, in moltissime chiese cattoliche. La cronaca informa che l’organo più grande esistente al mondo, anche se oggi non è del tutto funzionante, è quello che trova posto all’interno della Boardwalk Hall di Atlantic City, di poco più grande dell’organo Silbermann sito a Strasburgo nella chiesa di San Tommaso, ma quello ubicato nella chiesa di Raddusa anche se non è quotato tra quelli più grandi del mondo è sempre un grande organo di incommensurato valore artistico. Si rende noto che il progetto, per il restauro è stato redatto dallo studio associato dei fratelli Cimino di Aragona (Ag) e si è reso possibile, dopo la relativa approvazione della Soprintendenza Provinciale dei Beni Culturali di Catania, grazie al finanziamento complessivo di 48 mila euro proveniente per il 50% dalla C.E.I. (Commissione Episcopale Italiana) e per il restante 50% dal contributo personale donato da Don Pietro Mannuca che ha voluto fortemente la realizzazione dell’opera. Intanto, all’interno dell’edificio, stanno per essere completati i lavori di rifacimento e, dopo quelli di pulizia generale, la Chiesa Madre, dopo la chiusura per il rispetto delle misure anti Codid-19, tornerà ad essere utilizzata come prima, per le celebrazioni religiose e l’organo tornerà ad emanare la sua piacevolissima armonia di suoni. Nella foto di Santo Pellegrino la disposizione dell’organo a canne nella chiesa.   Francesco Grassia