A.s.d. Volley "Città del Grano" di Raddusa: dissenso sul Dcpm che penalizza lo sport

  • di Redazione Il Solidale
  • 12 nov 2020
  • CRONACA

A.s.d. Volley "Città del Grano" di Raddusa: dissenso sul Dcpm che penalizza lo sport

RADDUSA – Allarme rosso e proteste civili e più che giustificate da parte del’A.s.d.  Volley Città del Grano di Raddusa avverso le decisioni del Governo Nazionale che, con l’ultino Dpcm ha bloccato tutte le attività sportive giovanili. Il dissenso dell’Ass. società sportiva raddusana, che cura il settore giovanile della pallavolo, è manifestato con la pubblicazione, sul proprio sito Fb, di un post in cui traspare tutta l’amarezza di uno staff che, nella piana osservanza delle nuove disposizioni stabilite dal Dpcm del 24.10.2020 e nell’attesa dei protocolli delle singole Federazioni Sportive Italiane e i chiarimenti delle autorità sportive e politiche competenti, COMUNICA che “da oggi 26/10/2020 tutte le attività della nostra A.s.d. Volley Città del Grano sono sospese”. E, nello stesso comunicato il presidente Giovanni Piazza ne spiega i motivi e dice: “le direttive sanitarie recitano "Prima di tutto la salute dei Cittadini" e su questo principio siamo tutti d'accordo; non lo siamo invece sulle chiusure generalizzate ed esponiamo  il nostro pensiero in pochissimi punti: 1) Visto che in Sicilia vi sono pochissimi casi nei confronti del resto d'Italia, perchè non fare delle limitazioni, invece di penalizzare tutti senza alcuna distinzione? 2) Sono state imposte direttive sanitarie rigidissime (adeguamento delle strutture, sanificazione degli ambienti, attrezzature e materiale sanitario, distanziamento ecc.) e tutte sono state rispettate. Tutto è stato fatto, ma ora ci chiediamo: a cosa è servito rispettare le regole imposte a nostre spese? A niente!!!. 3) Scuola elementare in presenza ok! Attività sportive ricreative giovanili no! Perché? Quali sarebbero le differenze? Da sempre si predica che lo sport è fondamentale per migliorare la concentrazione e la capacità di apprendimento a scuola. Ora non più? Comprendiamo che Governare è difficile, fare la quadra e accontentare tutti ancora di più, ma siamo convinti che chiudere le attività sportive di base dove ci sono pochi interessi e lasciare aperte solo le attività ritenute di rilevanza Nazionale è una grande discriminazione sia per le oltre centomila Associazioni che per gli oltre otto milioni di praticanti in Italia. Aspettiamo un atto di ravvedimento ed una proroga da parte dei nostri Governanti, per poter ridare a tutti gli sportivi amanti di questa disciplina una casa dove trascorrere ore spensierate di sport e di sano divertimento nel pieno rispetto delle regole”.   Francesco Grassia