Gli ospiti del SAI/SIPROIMI di Raddusa della coop. San Francesco festeggiano fine Ramadan
- di Redazione Il Solidale
- 20 mag 2021
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RADDUSA – I giovani migranti, ospiti del SAI/SIPROIMI di Raddusa, coordinati dalla dott.ssa Gaetana Pagana, gestito dalla coop. San Francesco di Caltagirone, hanno festeggiato il 13 maggio scorso la fine del Ramadan (periodo di circa 30 giorni che ricorda il mese in cui fu rivelato il Corano a Maometto, nel corso del quale i Musulmani digiunano dall’alba al tramonto). La popolare festa, che si celebra in tutto il mondo musulmano alla fine appunto del Ramadan, viene denominata “Eid al – Fitr”, cioè “festa grande” oppure “festa del sacrificio” ed è conosciuta anche con la definizione di “Id al – Ada”. Quest’ultima è una “festa piccola” che rappresenta la conclusione del digiuno (che dura fino al nono mese del calendario lunare) e la fine del Ramadan. La “Eid al – Fitr” è, per tutti i musulmani, un’importantissima festa perché ricorda l’obbedienza di Abramo che, senza alcuna obiezione, si apprestò ad esaudire la richiesta di Dio che gli chiese di sacrificare il proprio figlio Ismaele, avuto dalla schiava Agher, fermo restando il fatto storico che, secondo il Corano, Dio stesso lo fermò prima che Abramo lo sgozzasse. A ricordo appunto del sacrificio richiesto da Dio ad Abramo i musulmani di tutto il mondo offrono a Dio il “Ramadan” cioè il sacrificio del digiuno per ben 30 giorni, per cui è naturale che essi festeggiano la fine di tale sacrificio con gioia e soddisfazione. “Abbiamo fatto Festa nei nostri locali di via Regina Margherita – ha detto la dott.ssa Gaetana Pagana - Il cibo con cui è stato rotto il digiuno è stato cucinato da noi stessi con la collaborazione dei nostri giovani ospiti. E’ stato servito un menù variabile ma di tutto rispetto che è stato preparato sul posto con l’aiuto di tutti. Dopo 30 giorni di digiuno cucinare cose buone da mangiare è molto importante. Questa “Eid al – Fitr” si dovrebbe festeggiare insieme alla famiglia, ma i nostri ospiti hanno le loro famiglie lontane e perciò lo hanno festeggiato insieme ai responsabili ed agli operatori del Siproimi/SAI di Raddusa che, in tale particolare momento, si sono sostituiti alle loro rispettive famiglie”. La festa è stata organizzata da tutti gli operatori della struttura di Raddusa con la collaborazione di tutti i giovani ospiti della struttura raddusana di seconda accoglienza, con il beneplacito della Coop. San Francesco che ne ha dato il permesso senza alcuna esitazione. La serata si è poi svolta con canzoni e balli tipici africani accompagnati dal più sano e puro divertimento.“Ricordo – ha concluso la dott.ssa Pagana - che la fine del Ramadan, per ogni Musulmano, è un’occasione per riconciliarsi con tutte le persone con cui non si è in buoni rapporti. Questo, per loro, è un giorno speciale nel corso del quale possono testimoniare che nell’amore tutto è possibile. Essi, in questo giorno di festa ringraziano Allah per averli sostenuti nello sforzo”. Nella foto un gruppetto di ospiti della struttura del SAI (Sistema di accoglienza ed integrazione) di Raddusa, in un momento della festa svoltasi il 13 maggio scorso. Francesco Grassia