Unesco, siti catanesi a rischio uscita: non rispettate le direttive

  • di Redazione Il Solidale
  • 13 apr 2016
  • CRONACA

Unesco, siti catanesi a rischio uscita: non rispettate le direttive

Come spiega, Aurelio Angelini, direttore della fondazione patrimonio Unesco Sicilia: «Siamo in una situazione limite». Dopo avere lanciato l'allarme sulle condizioni dell'Etna estende l'allerta anche ai siti catanesi riconosciuti patrimonio dell'umanità. Perché, come riferisce meridionenews, il centro della città fa parte delle aree tutelate dal 2002, ma non ha mai rispettato le direttive dell'organizzazione delle Nazioni unite. Mancanze che impediscono di accedere ai finanziamenti nazionali ed europei e che potrebbero portare all'avvio della procedura di cancellazione.

La chiesa della Badia, quella dei Benedettini, la Collegiata, il Duomo, il monastero di San Benedetto, la chiesa dei Gesuiti e le tante altre di via Crociferi che spesso i turisti trovano chiuse. Sono alcuni dei beni riportati nel sito ufficiale dell'Unesco come descrizione del patrimonio catanese iscritto nell'elenco delle tutele. «L'ipotesi di esclusione non è immediata né imminente, prevede un lungo iter - spiega Angelini - Non voglio fare allarmismo ma bisogna che le istituzioni si sveglino e provvedano a soddisfare le richieste dell'organizzazione avviando le attività di tutela del patrimonio». Degli adempimenti burocratici prima ancora che di interventi concreti.

La procedura di esclusione era già stata avviata, in Sicilia, a carico delle isole Eolie. Ma poi è rientrata. «Le amministrazioni devono capire che limitarsi alle tutele dei beni disposte dalla legge non soddisfa i parametri Unesco, che impongono un miglioramento delle condizioni di partenza». La sferzata di Angelini alle istituzioni locali si fa ancora più forte: «La loro assenza è, nel migliore dei casi, sintomo di ignoranza intollerabile per chi è chiamato a svolgere questa funzione. Se invece fanno finta di non esserci - conclude - il loro comportamento è doloso e nega risorse e crescita del territorio».