Niscemi. Commemorazione per ricordare Lorena Cultraro, uccisa a soli 14 anni
- di Redazione Il Solidale
- 15 mag 2025
- SOCIALE

Niscemi. Era il 30 aprile del 2008, quando tre “baby assassini” violentarono ed uccisero in un casolare di contrada Valle Giummarra Lorena Cultraro, la ragazza di 14 anni il cui corpo, fu poi rivenuto senza vita galleggiante in un pozzo poco distante dal “casolare della morte” dove i tre carnefici adolescenti l’avevano gettato per farlo inabissare nell’acqua, legandogli una grossa pietra all’addome.
Il ricordo di una ferita mai guarita per la quale l’Amministrazione presieduta dal sindaco Massimiliano Conti, il presidente Angelo Chessari ed il Consiglio comunale, hanno disposto una cerimonia commemorativa “Una rosa per Lorena” che si è svolta nell’anfiteatro che le è stato intitolato e che è sito nell’area interna della Casa del volontariato dedicata al “Beato Pino Puglisi”.
Lorena è stata commemorata con una celebrazione Eucaristica presieduta dai parroci don Giuseppe Cafà, vicario foraneo e don Rocchelio Giuliana.
Presenti autorità civili, militari, alunni delle scuole, Giacomo Cultraro e Lidia Cicci, rispettivamente fratello e madre di Lorena e una folla, silenziosa e commossa.
Sono state 31 le rose bianche con le quali gli alunni delle scuole hanno omaggiato Lorena, tanto quanto gli anni che avrebbe oggi.
“Una tragedia immane, una ferita ancora aperta” ha detto l’assessore alla cultura Marianna Avila “il cui ricordo deve essere mantenuto vivo, soprattutto per i ragazzi, affinché non accada mai più quanto è successo”.
Il parroco don Giuseppe Cafà ha aggiunto: “dobbiamo chiedere perdono anche per le omissioni, per le cose che vediamo e tacciamo. Quante ragazze vittime di maschilismo? Oggi è un momento per rinnovarsi, per cambiare testa, per essere donne e uomini nuovi capaci di vederci tutti come fratelli”.
Il sindaco Massimiliano Conti rivolgendosi ai giovani ha detto: “un ricordo che non deve passare inosservato quello di Lorena, vittima dell’animalesca violenza di ragazzi come voi.
Con i piccoli gesti cambia una comunità, quindi mandate un messaggio virale attraverso i social, invitate a denunciare perché non ci siano più altre Lorena”.
Invito ribadito anche dal vice questore Giovanni Minardi, dirigente del Commissariato di polizia: “la parola denuncia a volte fa paura”, ha detto,” ma è un atto di liberazione; le forze dell’ordine vi sono vicine ed a volte è importante anche solo mettere loro a conoscenza della situazione; se questo fosse accaduto forse non ci sarebbe oggi una giornata in ricordo di Lorena”.
Il presidente del Consiglio, comunale Angelo Chessari, ha ricordato il coraggio della famiglia di Lorena nell’affrontare il grande dolore e chiedere giustizia. (Alberto Drago)