SAI di Santa Domenica Vittoria. Giornata di sensibilizzazione a scuola per la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne”

  • di Redazione Il Solidale
  • 24 nov 2025
  • SOCIALE

SAI di Santa Domenica Vittoria. Giornata di sensibilizzazione a scuola per la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne”
(Eva Casella). SANTA DOMENICA VITTORIA. Questa mattina, lunedì 24 novembre, a partire dalle ore 10.30, il SAI di Santa Domenica Vittoria è stato ospite nella scuola secondaria di primo grado di Santa Domenica Vittoria dell’Istituto Comprensivo “Francavilla di Sicilia”,  organizzando una giornata di sensibilizzazione sul tema della violenza, in occasione della “Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne”. Hanno partecipato operatori ed beneficiari ospiti del SAI avente come ente attuatore il Consorzio Umana Solidarietà, coordinato dalla dottoressa Alice Attinà: in particolare hanno dato il proprio fattivo contributo l’assistente sociale Carmela Farina, la docente Eva Casella e le operatrici Letizia Spartà e Anna Salpietro, con l’aiuto di Giulia Spartà che ha realizzato il video, 
Istituita per il 25 novembre dall’ONU nel 1999, la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne” ha lo scopo di commemorare le donne che sono quotidianamente vittime di discriminazione e di contrastare la violenza di genere; una violenza che ormai è diventata sistemica e patologica, assumendo diverse forme (violenza domestica, fisica, psicologica, assistita, verbale, cyberbullismo, etc…), risultando quasi difficile da riconoscere e prevenire. Tuttavia, è opinione comune agli studiosi che la più importante arma contro la violenza di genere, e non solo, sia l’educazione alla non violenza, a partire dai bambini e dagli adolescenti. È stato studiato che affrontare con bambini e adolescenti  tematiche come l’educazione al rispetto, dando la possibilità di riflettere e parlare in maniera accogliente e senza giudicare, può favorire “una destrutturazione dei ruoli e delle relazioni basate su stereotipi”. Questo potrebbe prevenire i comportamenti discriminatori ed è importante per formare le nuove generazioni.
Ed è proprio questo lo scopo dell’incontro del SAI con i ragazzi della scuola di  Santa Domenica Vittoria: “Guardare oltre le parole: educare al rispetto”. Ogni forma di violenza e discriminazione, non a caso, non inizia con un pugno o uno schiaffo, ma con le parole. Come è stato scritto, “La violenza verbale si può manifestare in molte forme: insulti, minacce, sarcasmo offensivo, svalutazione costante, manipolazione, discredito. Non serve alzare la voce per ferire: anche il silenzio imposto, il disprezzo sottile o l'ironia velenosa possono minare la dignità di una persona.”
Dopo la conversazione e la riflessione sulla violenza e le sue molteplici forme, è stato proiettato un video, realizzato dalle ospiti beneficiare del progetto e dall’equipe, dal titolo “Sono solo parole”. Esso è stato ispirato al monologo scritto da Stefano Bartezzaghi e recitato magistralmente dall’attrice Paola Cortellesi durante la premiazione dei “David di Donatello” nel 2018. Con l’ausilio del video, volutamente satirico ma al tempo stesso profondo, si è voluto enfatizzare come le discriminazioni e la violenza di genere iniziano con le parole, anche quelle che sembrano apparentemente insignificanti, e la loro differenza di significato se pensate al maschile o al femminile.
Dopo la riflessione sul tema e la visione del video, gli alunni hanno singolarmente scritto delle frasi sugli argomenti trattati, con una partecipazione attiva e attenta e, soprattutto, consapevole della complessità della tematica trattata. Questi biglietti, scritti in forma anonima, sono stati poi esposti e letti insieme, ed è stato sorprendente notare come tutti i ragazzi presenti abbiano espresso pensieri profondi e consapevoli della complessità del fenomeno. Il messaggio del video e lo scopo dell’incontro è stato dunque quello di sottolineare come la  violenza fisica  sia spesso il frutto di una precedente violenza verbale. “La violenza non comincia con un pugno: comincia con le parole, e riconoscerlo è essenziale per fermarla”.