MORTA IN UN INCENDIO MIGRANTE NIGERIANA. QUESTA MATTINA, IN PROVINCIA DI MATERA, LE FIAMME HANNO DISTRUTTO UN CAPANNONE, RIFUGIO DI DISPERATI. UNA BOMBOLA, LA PROBABILE CAUSA DELL'INCENDIO

  • di Redazione Il Solidale
  • 7 ago 2019
  • CRONACA

MORTA IN UN INCENDIO MIGRANTE NIGERIANA. QUESTA MATTINA, IN PROVINCIA DI MATERA, LE FIAMME HANNO DISTRUTTO UN CAPANNONE, RIFUGIO DI DISPERATI. UNA BOMBOLA, LA PROBABILE CAUSA DELL'INCENDIO

È morta una donna nigeriana, in un incendio scoppiato questa mattina, in un capannone che si trova nell’ex complesso industriale “La Felandina”, situato a Metaponto di Bernalda, in provincia di Matera, dove hanno trovato riparo uomini e donne che lavorano come braccianti nei campi della zona e nel quale vivono da anni in condizioni precarie. Il cadavere della sfortunata migrante non è stato ancora recuperato, perché si trova in una posizione resa rischiosa dalla presenza di alcune bombole di gas. Anche se le cause sono ancora da accertare, al momento si scarta l'ipotesi di un incendio di natura dolosa, perchè probabilmente potrebbe essere divampato a causa dell’esplosione di una delle bombole di gas presenti nel capannone. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, polizia di Stato, carabinieri e operatori sanitari del 118. Le indagini sono coordinate dal questore Luigi Liguori. I pompieri hanno dovuto impiegare oltre quattro ore per spegnere le fiamme. I migranti che trovavano riparo in questi capannoni sono stati radunati all’esterno, in attesa di recuperare le proprie cose. L’incendio è stato spento dopo quattro ore dai vigili del fuoco: dei tre capannoni, uno (dove è morta la donna nigeriana) è stato distrutto, a differenza gli altri due capannoni che hanno subito invece danni minori.  Nelle prossime ore si dovrebbe tenere una riunione del Comitato provinciale di ordine pubblico. I media locali riportano che le condizioni della struttura erano così malandate da far pensare che fosse “solo questione di tempo” prima che avvenisse qualche incidente, mentre sui social network gli utenti commentano l’accaduto riferendosi a “La Felandina” chiamandola “il ghetto”. Il sindaco di Bernalda è intervenuto dicendo che da tre mesi è pronta un’ordinanza per lo sgombero dello stabile, per il cui stato l’amministrazione locale ha chiesto aiuto anche al governo. In una nota, il segretario regionale della Basilicata della Cgil, Angelo Summa, ha dichiarato che «è inaccettabile che per la risoluzione di una questione aperta sul tema della sicurezza dei braccianti stranieri sul territorio lucano, si debba attendere il verificarsi dell’ennesima tragedia con la perdita di una vita umana». La Cgil Basilicata ha quindi chiesto «a Regione, Prefettura, Provincia di intervenire in coordinamento per attuare il già approvato e finanziato progetto di accoglienza nella provincia di Matera e in particolare nel Metapontino che permetterebbe di liberare il centro abusivo della Felandina e le relative condizioni disumane a cui sono sottoposti i lavoratori migranti, condizioni che hanno portato via una vita umana proprio questa mattina, nel terribile incendio divampato all’alba. Inoltre -ha concluso il segretario regionale della Basilicata della Cgil, Angelo Summa,- chiediamo alla magistratura di fare luce sulle responsabilità di chi doveva vigilare e non ha fatto nulla per evitare la tragedia».