E' di Niscemi il professore Alessio Luigi Fidone, docente e sindacalista in Lombardia che parla dei "rientri" al Sud di chi lavora nella scuola

  • di Redazione Il Solidale
  • 21 dic 2020
  • CRONACA

E' di Niscemi il professore Alessio Luigi Fidone, docente e sindacalista in Lombardia che parla dei "rientri" al Sud di chi lavora nella scuola

Sulla scorta dell’ultimo Dpcm, il “decreto Natale”, i docenti, il personale scolastico e gli studenti fuori sede ne sono interessati. In merito a queste misure e ad altri argomenti che interessano il mondo della scuola, in questo momento di pandemia, facciamo il punto della situazione con il professore Alessio Luigi Fidone che, seppur originario di Niscemi, attualmente vive e lavora in Lombardia, dove svolge l’attività di docente, ma anche quello di sindacalista, in qualità di presidente provinciale ANIEF Varese e componente della segreteria ANIEF Regione Lombardia. A tal proposito, il professore Fidone sottolinea che “in questi giorni tantissimi docenti originari di regioni meridionali hanno voluto fare ritorno a casa prima dei divieti… Regioni come la Lombardia, il Piemonte e il Veneto sono popolate da un’elevata percentuale di personale scolastico che desiderava tornare a casa prima del 21 dicembre. Perché proprio oggi inizia il periodo in cui docenti, personale ATA e alunni non possono fare rientro al Sud fino al 6 gennaio 2021, come da Dpcm. Prova ne è che abbiamo ricevuto per esempio tantissime segnalazioni da parte di docenti che, per non incorrere in sanzioni, sono stati costretti a chiedere permessi o ferie per tornare a casa prima del 21 dicembre... E parte di queste richieste sono state negate dai dirigenti, che rischiavano seriamente di non poter garantire il regolare svolgimento delle lezioni o addirittura la normale sorveglianza dei nostri ragazzi. Stiamo parlando di persone che per la maggior parte vivono sole, hanno tutti i propri affetti al sud e da anni stanno portando avanti le nostre scuole… Una scuola che si regge anche grazie al lavoro di personale precario che ogni anno a settembre è costretto con la speranza di fare un po' di punteggio, a dover fare le valigie e partire e che aspetta il periodo delle feste natalizie per potersi finalmente ricongiungere ai propri cari, lavoratori che sono stati costretti anche a spostare la residenza al nord e che quindi oggi da quanto stabilito dal Dpcm del 3 Dicembre e appena ribadito dal nuovo Decreto Natale del 18 dicembre, rischiano di rimanere bloccati. Sarebbe importante un intervento imminente in deroga da parte del governo, che possa garantire sia il diritto allo studio che quello al ricongiungimento della famiglia, prendendo anche tutte quelle precauzioni in modo da garantire anche il diritto fondamentale di ogni individuo alla salute. Quali sono oggi le proposte del giovane sindacato ANIEF sulla scorta di quanto sta accadendo? “Come già dichiarato dai nostri organi di stampa sarebbe importante affrontare il problema anche da un altro punto di vista: in particolare rivedendo la Legge n. 159 del 20 dicembre 2019 che prevede il blocco quinquennale di tutti i neo-immessi in ruolo a prescindere dal canale/graduatoria di reclutamento e dall'ordine o grado di istruzione interessato”… “Per questi motivi –dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief– abbiamo fatto presentare due emendamenti spcifici alla Legge di Bilancio 2021 per cancellare il vincolo dei cinque anni nel chiedere la mobilità territoriale. Lo abbiamo detto diverse volte: bisognava fare di tutto per evitare che i cittadini si debbano mettere in viaggio, proprio eliminando il problema alla fonte. Soprattutto in presenza di posti di lavoro vacanti e disponibili”. Nel frattempo nelle regioni si lavora già per rafforzare il regime di misure necessarie per cautelarci meglio in vista della ripresa delle attività didattiche previste per il 7 gennaio. Tanto che lo scorso 17 dicembre è stato convocato il Tavolo di Lavoro Regionale Permanente – USR per la Lombardia, a  cui ha partecipato anche il professore Fidone al quale chiediamo di informarci su cosa si è discusso?L’obiettivo dell’incontro è stato quello di favorire il confronto fra tutte le componenti territoriali (presenti le massime cariche dell’USR, l’assessorato all’Istruzione, ai Trasporti Pubblici e al Welfare di Regione Lombardia) per condividere le misure volte a superare le criticità eventualmente riscontrate in previsione della ripresa dell’attività didattica in presenza dopo le festività, con particolare riferimento ai temi dell'organizzazione scolastica e del Trasporto Pubblico Locale. Purtroppo in questa riunione sono state evidenziate tutte le difficoltà del sistema trasporti pubblici, legati alla possibilità di capienza limite al 50% che non riesce a coprire la presenza prevista a scuola del 75% degli studenti. Non è normale pensare che un’istituzione scolastica che oggi con le proprie forze riuscirebbe a garantire il diritto all’istruzione in presenza a tutti i suoi alunni, debba poi ridurre la sua offerta perché non ci sono i mezzi. Per queste ragioni, in assenza di un piano reale e significativo di potenziamento dei mezzi messi a disposizione, in questo caso dalla Regione Lombardia, le scuole dovranno riadattarsi ad anno scolastico in corso alle condizioni imposte dal trasporto pubblico”. Anche il presidente nazionale dell'Anief, Marcello Pacifico, sostiene che riaprire il 7 gennaio è molto difficile, perché, «regna tanta confusione e non si può essere pronti in questa situazione». “Infatti il giovane e intraprendente docente e sindacalista niscemese- l’altra richiesta presentata dalle sigle sindacali partecipanti al Tavolo è stata quella del potenziamento della capacità di tracciamento dei contagi.  Anche qui non è possibile avere assistito ad un collasso del sistema sanitario che ha bisogno di ulteriori rinforzi di personale per consentire per tempo il delicato lavoro dell’ Ats sui tracciamenti epidemiologici. La cosa che a tutti noi sta più a cuore –conclude il professore Alessio Luigi Fidone- è la riapertura delle scuole in sicurezza”.   Salvo Cona