Cyberbullismo: la nuova piaga della società contemporanea che preoccupa non poco

  • di Redazione Il Solidale
  • 8 mag 2025
  • SOCIALE

Cyberbullismo: la nuova piaga della società contemporanea che preoccupa non poco
Santa Domenica Vittoria. Il cyberbullismo rappresenta una nuova piaga della società contemporanea. È la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo. Caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico. Oggi la tecnologia consente ai bulli di materializzarsi in ogni momento perseguitando le vittime con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web e sui social network. Il bullismo diventa quindi cyberbullismo e diventa ancora più pericoloso e difficile da gestire o ignorare.
Sentiamo spesso al telegiornale o leggiamo sui giornali notizie di bambini o ragazzi vittime di violenze e bullismo, in tutte le sue forme. Spesso gli insulti sono talmente cattivi e brutali da portare alla morte di chi li subisce, colpevoli soltanto di essere troppo sensibili e buoni in una società complice di questi ignobili atti, spesso perpetrati in forma anonima e nascosti dietro a uno schermo. Molte volte i genitori sottovalutano gli effetti del cyberbullismo sui loro figli, troppo presi dai loro problemi e dal lavoro per notare il malessere psicologico, e  anche fisico, che i ragazzi sono costretti a subire giornalmente. I casi sono drasticamente in aumento tra i più piccoli. E l’intelligenza artificiale non fa altro che  complicare il quadro. Capita frequentemente che i bulli sono spesso difesi a spada tratta in tribunale da madri e padri, e questo non fa altro che acuire e giustificare le violenze perpetrate ai ragazzi più deboli e indifesi.
Sorge quindi spontanea una domanda: che cosa può o deve fare un genitore? Perché un bambino non può vivere sotto una campana di vetro ma allo stesso tempo va difeso. Invece capita che i bambini siano proprio abbandonati a sé stessi. E tanti genitori per primi riempiono i social con le foto e i video dei figli e poi si lamentano delle critiche o degli insulti che tali foto provocano.
L’avvento dell’ intelligenza artificiale complica moltissimo il quadro, per vari motivi. Intanto permette di costruire video e foto false sulle persone. E spesso i giovanissimi cercano paradossalmente nell’Ia risposte ai loro problemi, anche nei rapporti con i coetanei, come se fosse un terapeuta, un’amico virtuale che spiega come vivere. Cosa che purtroppo sta diventando una moda sempre più attuale anche per gli adulti, che dovrebbero invece dare il buon esempio.
La miccia che innesca il cyberbullismo spesso è rappresentata dalle foto intime, come immagini scambiate in forma privata, ma che poi finiscono in rete senza il consenso delle persone coinvolte. Da lì iniziano gli insulti, le prese in giro e il body shaming. Questi purtroppo non sono fenomeni isolati: 6 studenti su 10 sono o hanno subito atti di violenza o bullismo, soprattutto nei social media.
La violenza ha ripercussioni gravi sulla salute mentale dei ragazzi, ancora più gravi nei bambini. Gli effetti più comuni includono perdita di autostima, ansia sociale, isolamento e depressione. Quasi la metà degli studenti ha avuto bisogno di supporto psicologico, ma spesso non lo ha ricevuto. Molti di loro si sono sentiti ignorati o hanno visto le proprie richieste sminuite, come se il loro malessere non fosse abbastanza serio da meritare attenzione. Questa mancanza di ascolto può avere conseguenze profonde, portando i ragazzi a chiudersi in sé stessi, a sentirsi soli e a non cercare più aiuto in futuro. Uno degli aspetti più preoccupanti è che molti ragazzi non sono riusciti a confidarsi con nessuno a causa della paura, della vergogna o della mancanza di fiducia nelle figure adulte di riferimento.
“Il bullismo e il cyberbullismo feriscono, isolano, lasciano cicatrici profonde. Nessuno deve sentirsi solo. Siamo al fianco di chi subisce queste violenze, promuovendo i valori fondamentali del rispetto, dell’ascolto e del sostegno a chi trova la forza di denunciarle”. Lo ha scritto sui social il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Perché la violenza uccide, ma anche l’indifferenza e la mancanza di sostegno.
Come scrisse Benedetto Croce, “la violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna ma soltanto distruggitrice”. Per questo è necessario e doveroso combattere questo fenomeno e cercare di arginarlo, ne vale la vita dei giovani e faremo sì che i ragazzi vittime di questi atti non pensino a soluzioni drastiche come al suicidio, e si sentano aiutati e capiti da una società che deve denunciare e contrastare il preoccupante fenomeno del cyberbullismo. (Eva Casella)