Catania: immigrazione, lavoro e inclusione al centro dell’evento “Le piazze della democrazia”
- di Redazione Il Solidale
- 7 nov 2025
- CRONACA
(sc) CATANIA. Oggi, venerdì 7 novembre, l’iniziativa “Le Piazze della Democrazia” prosegue al Museo Diocesano di Catania, in via Etnea 8, dove verrà ospiterà una giornata pubblica, culturale e partecipativa. Dalle ore 10 alle ore 13, e poi dalle ore 14 alle ore 16, ci sarà l’iniziativa “Biblioteca Umana”, con narrazioni in piccoli gruppi di 8-10 persone, con testimonianze ed esperienze legate a migrazione, detenzione e disabilità; alle ore 16 è prevista un’intervista pubblica, a cura della giornalista di VITA Gilda Sciortino, con il giovane migrante Mamadou Kouassi, la cui storia ha ispirato il film “Io Capitano”. A questo evento parteciperanno, tra gli altri, il presidente provinciale di MCL Catania, Piergiuseppe De Luca, il presidente di ALS MCL Sicilia, Ulisse Privitelli, e il presidente della comunità di Sant’Egidio Sicilia, Emiliano Abramo. A seguire, presso la Sala Grande del Museo Diocesano, ci sarà la proiezione del film “Io Capitano”.
E ieri mattina, a Paternò, si è svolto il primo appuntamento della due giorni dal titolo “Le piazze della democrazia”, proposta dal Consorzio Umana Solidarietà con l’Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana, il comune di Catania e il comune di Paternò, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Catania, l’Associazione Lavoratori Stranieri del Movimento Cristiano Lavoratori (ALS MCL), ANCOS-UNCI e MCL Sicilia. All’incontro hanno preso parte istituzioni, esperti, operatori del Terzo Settore e associazioni nazionali.
E' intervenuto Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania e presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. Mons. Renna, intervenendo ieri mattina, presso il Piccolo Teatro di Paternò, all’incontro sul tema “Lavoro, stranieri e democrazia” il quale ha detto che “La democrazia, che è al centro di questa due giorni, cresce quando ci sono corpi intermedi che fanno bene il loro dovere. Associazioni come quella dei Lavoratori Stranieri del Movimento Cristiano Lavoratori hanno, in questo contesto, una potenza grande, perché riescono a intercettare situazioni che spesso sfuggono alle istituzioni. Quindi ben vengano le buone pratiche come quella dell’osservatorio su caporalato di ALS MCL, che parte dalla raccolta di dati e poi propone un modello di intervento, concreto e replicabile. Il fenomeno della migrazione, in questo momento, richiede una lettura che non sia retorica, e che abbia sempre al centro lavoratori, quindi le persone, perché dietro ognuno di essi c’è una famiglia e su questo vanno parametrati gli stipendi e vanno garantiti i diritti, a partire da quello dell’assistenza sanitaria e dell’alfabetizzazione”.
“Questa due giorni - ha detto Paolo Ragusa, presidente di ALS MCL e ANCOS-UNCI - è nata con l’idea di proporre una narrazione positiva di alcuni fenomeni sociali che a volte vengono resi in modo caricaturale e ideologico. Siamo partiti da Paternò perché è una città laboriosa, ma anche uno dei luoghi simbolo dello sfruttamento e del caporalato, e quindi il posto giusto per testimoniare l’impegno e la tutela dei diritti dei lavoratori e di tutte le persone. Da qui, quindi, vogliamo rilanciare al Governo del nostro Paese due proposte, che abbiamo già avuto modo di presentare su altri tavoli istituzionali”. “La prima - ha evidenziato Ragusa - è quella di guardare a quei lavoratori stranieri che spesso sono scivolati nella clandestinità incolpevolmente, magari a causa di difficoltà oggettive o burocratiche, anche in presenza di una proposta un lavoro regolare. Noi proponiamo dunque di riconoscere un regolare permesso di soggiorno a chi è in grado di documentare un'effettiva e regolare proposta di lavoro. Non si tratta dunque di una proposta ideologica, ma di buon senso, per liberare i lavoratori stranieri dalla schiavitù del bisogno e aiutare le imprese a regolarizzare i rapporti di lavoro”. “La seconda proposta - ha proseguito Ragusa - riguarda invece i corridoi lavorativi, uno strumento fondamentale che permette di formare le persone nel paese di origine, conseguire titoli e arrivare quindi in Italia per rispondere a esigenze concrete. D’altronde quando parliamo di stranieri che arrivano nel nostro Paese parliamo di risorse e lo facciamo perché ce lo dicono i dati. L’Istat certifica che stiamo vivendo un profondo inverno demografico, invece sappiamo che gli immigrati regolarmente soggiornanti in Italia sono mediamente più giovani, hanno un tasso di natalità più alto, realizzano grazie al loro lavoro circa il 9% del nostro PIL e contribuiscono a pagare le nostre pensioni, versando il 6,4% dei contributi Inps e ricevendo in cambio lo 0,8%. Di fronte a tutto questo c’è bisogno di un cambio di narrazione e di un lavoro di rete per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di manodopera straniera qualificata. Noi stiamo già facendo la nostra parte e vogliamo continuare a farla in concerto con le istituzioni, l’associazionismo e la cooperazione sociale, una realtà che ogni giorno vede impegnate centinaia di migliaia di persone per migliorare la qualità della vita di tutti”.