San Cono: Istallazione essicatoio: L'energia solare per ricavare ingredienti preziosi naturali dalla pala del ficodindia

  • di Redazione Il Solidale
  • 16 mag 2018
  • CRONACA

San Cono: Istallazione essicatoio: L'energia solare per ricavare ingredienti preziosi naturali dalla pala del ficodindia

Si tratta di un sistema, richiesta dall'industria farmaceutica, che sfrutta l’energia solare per ricavare ingredienti naturali dagli scarti di coltivazione della opuntia ficus-indica. L’idea è quella di usare collettori solari che producono aria calda e secca. Si parla di valorizzare la produzione di nicchia, la pianta di fico d’india di San Cono, le cui pale hanno le migliori caratteristiche d’Europa e che finora i coltivatori, non avendo alternative, hanno dovuto spedire alle industrie del Nord, che estraggono gli ingredienti con alti consumi di combustibile. A San Cono si aprono le porte di un enorme sviluppo della coltivazione e del business. La Sicilia non esporterà più la materia prima che arricchisce altri, ma potrà vendere direttamente l’ingrediente fresco e ben pagato (con zero costi di energia), pronto per essere utilizzato dalle fabbriche della nutraceutica, della cosmetica e dell’alimentazione.

L’applicazione “in salsa siciliana”, che prende oggi forma in Sicilia orientale, consente di sfruttare l’energia solare per alimentare uno speciale essiccatoio capace di ricavare preziosi ingredienti naturali, richiesti dall'industria farmaceutica, semplicemente da scarti di coltivazione: le pale di fico d’india che dopo la potatura vengono gettate via o date in pasto agli animali. 

A San Cono è cominciata ieri - e si concluderà giovedì - l’installazione del primo essiccatoio alimentato ad aria calda e asciutta generata dal sole, tramite speciali collettori. All'interno dei pianali metallici nei quali, proprio come nel forno di un panificio, si essiccano le pale di fico d’india tramite l’aria, sospinta nell'ambiente da una ventola alimentata da un pannello fotovoltaico, che asciuga la parte umida della materia vegetale. Il risultato è la farina di cladodio, impiegata come ingrediente bioattivo in prodotti nutraceutici, cosmetici e alimentari formulati da aziende di svariati Paesi, Italia inclusa. Solo a San Cono, ogni anno si accumulano 90.000 tonnellate di cladodi freschi come residui delle potature. Una parte sarà anche sottoposta a fermentazione per ottenere biocompost e biodigestato di alto pregio con cui fertilizzare i terreni e ottenere prodotti agroalimentari di alta qualità. Questo impianto e il suo utilizzo dimostrano come l'energia solare e la bioeconomia non siano il lontano futuro della Sicilia, ma il suo presente migliore.

L’iniziativa industriale è di un giovane imprenditore, Vincenzo Morreale, responsabile della Bioinagro, startup siciliana che coordina il progetto “OpuntiaBiotech”, che intende assumere giovani tecnologi ad alta qualificazione specializzati in bioeconomia. 

A rendere particolarmente benefico l'estratto dei cladodi è poi la significativa quantità di polifenoli, che nel cladodio di San Cono risulta eccezionale: 2,6 grammi di polifenoli per Kg di prodotto fresco contro gli 1,7 grammi ritrovati nei cladodi raccolti in Spagna. I polifenoli naturali hanno provate capacità antiossidanti, antiinfiammatorie, antidiabetiche, neuroprotettive e antitumorali, oltre a svolgere un ruolo benefico nella prevenzione delle patologie cardiovascolari.

A predominare nei cladodi raccolti a San Cono sono le antocianine, con 1,44 mg per Kg, e gli acidi fenolici, con 1,45 mg per Kg. Abbondano gli acidi idrossicinnamici (1,25 g per Kg), composti antiossidanti presenti nell'uva o nelle pere, e la cianidina in forma glicosidica (1,06 g per Kg), un flavonoide presente anche nelle arance che di recente si è rivelato un potente modulatore di un enzima (il Sirt6) implicato nei processi di invecchiamento, di riparazione del Dna e nella riduzione della risposta infiammatoria.

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