Migranti, trend dei flussi in calo del 70 per cento: "Servono tutori"

  • di Redazione Il Solidale
  • 11 lug 2018
  • CRONACA

Migranti, trend dei flussi in calo del 70 per cento: "Servono tutori"

Palermo in prima fila con 143 assegnazioni contro le 50 della Lombardia. Nel capoluogo i minori stranieri non accompagnati sono 350, un numero ben inferiore rispetto ai mille presenti solo a dicembre dello scorso anno. 

la Sicilia da sola accoglie il 42,8 per cento dei minori presenti nel Paese. Un numero elevato, anche alla luce della difficoltà nel reperire tutori volontari per tutti questi ragazzi. Come ha certificato oggi il Tribunale per i minorenni del capoluogo che negli ultimi giorni ha emesso una trentina di decreti che, nel nominare i sindaci tutori provvisori, li incarica di trasferire i ragazzi in altre località del territorio italiano.

La ragione? Consentire loro, senza adulti di riferimento in Italia, di trovare un tutore volontario che ne raccolga le esigenze e ne faccia valere i diritti. Nell’Isola, infatti, i tutori disponibili hanno già raggiunto il massimo delle tutele assegnabili oppure risiedono lontano dalle strutture che ospitano i ragazzi. Palermo, tuttavia, si distingue in positivo per l’impegno profuso in appena dodici mesi dall’entrata in vigore della legge 47/2017 che istituisce la figura dei tutori e ne conta 75 mentre le tutele assegnate sono 143. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne, e la fascia d’età maggiormente impegnata è quella che va dai 45 ai 55 anni (29 per cento), seguita da 35-45 anni (25 per cento), mentre il titolo di studio in possesso è per il 78 per cento la laurea seguita dal diploma. E il capoluogo è schierato in prima fila in questo progetto, come rivelano i numeri - diffusi oggi in occasione di un convegno a Palazzo Steri per fare il punto sull'accoglienza dei minori stranieri a un anno dall'entrata in vigore della nuova normativa - visto che l'Isola ha affidato un numero di ragazzi quasi tre volte superiore alla Lombardia, come ha rimarcato il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Palermo Pasquale D’Andrea.

«Ad oggi contiamo oltre 70 tutori ma volendo ne potremmo avere molti di più perché più di 50 sono in attesa di diventarlo. L’altro aspetto importante è che oggi abbiamo dato più di 140 tutele e questo è significativo se si considera che una regione come la Lombardia ne ha conferite solo 50. Per una città, e non per una regione, avere questi numeri significa che è stato fatto un lavoro di grande sensibilità sul territorio». A cambiare non sono solo di numeri ma anche la nazionalità dei minori stranieri non accompagnati assegnati in tutela tra il 2107 e il 2018. Mentre lo scorso anno la maggior parte delle tutele assegnate provenivano dal Gambia, quest’anno a prevalere è la Nigeria. Inoltre per il 50 per cento la fascia d’età di minori alla data di assegnazione al tutore è di 17-18 anni, seguiti 15-16 anni. 

Parole di elogio sono state espresse all’amministrazione anche da Anna Riatti, coordinatrice Unicef del Programma migranti e rifugiati in Italia: «Nel discutere questo progetto di tutori volontari sostenuti da Unicef a Palermo, gli elementi chiari del suo successo, al di là della legge che ha rappresentato il quadro normativo, sono da ricercare nell’autorità garante municipale che l’ha sostenuto e ha voluto la sua attuazione, e anche nella collaborazione anche tra i vari attori che hanno consentito il superamento di ostacoli burocratici. Spero che oggi sia anche l’occasione di diffondere quello che chiamiamo il modello Palermo anche in altre parti della Sicilia e, perché no, in altre parti d’Italia».

Sul tema anche il sindaco Leoluca Orlando, che non ha mai fatto mistero della sua contrarietà all'inversione di rotta assunta dal nuovo governo, ribadendo la netta contrapposizione a qualsiasi forma di chiusura: «Credo che le posizioni assunte dai populisti, da coloro che ritengono di poter cambiare il mondo con uno slogan o un tweet, sta rendendo ancora più forte questo modello. E sta rendendo ancora più necessario la ragione per la quale l’Italia si riconosce in questo modello - ha concluso - Quello di oggi è un modo per dire che nonostante tutto Palermo non arretra».

Redazione