Convegno del Sen. Pippo Compagnone per promuovere la transizione energetica in Sicilia

  • di Redazione Il Solidale
  • 22 ott 2019
  • CRONACA

Convegno del Sen. Pippo Compagnone per promuovere la transizione energetica in Sicilia

PALERMO - "Il ruolo della Programmazione Europea 2021/2017 nella Transazione Energetica in Sicilia" è il tema del convgno che si svolgerà martedì 22 ottobre, dalle ore 9 alle ore 14, nella sala "Piersanti Mattarella", presso l'Assemblea Regionale Sicilia, in piazza Parlamento 1, a cura del Presidente della Commissione sull'Esame delle Attività dell'Unione Europea, Giuseppe Compagnone, che in una sua relazione sull'argomento eebbe modo di scrivere: "L’accordo di Parigi, siglato nell’autunno 2015, ha segnato un importante passo in avanti negli sforzi per contenere il riscaldamento globale del nostro pianeta. Per la prima volta, tanto i paesi più sviluppati quanto quelli in via di sviluppo si sono impegnati ad agire per limitare l’aumento della temperatura media del pianeta ben al di sotto dei 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali. In questo scenario internazionale, l’Europa ha recentemente impresso una forte accelerazione al processo di transizione energetica in atto, introducendo una specifica normativa, nota come “Pacchetto Energia Pulita”, nell’intento di realizzare entro il 2030 l’obiettivo vincolante per ciascuno Stato membro del 32 per cento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo complessivo di energia. L’Italia, seppure con difficoltà, si è dotata alla fine del 2017 di una Strategia Energetica Nazionale (SEN) finalizzata a rispondere alle nuove urgenze. La SEN contiene direttive e linee guida per lo sviluppo ma non prevede una pianificazione di dettaglio delle politiche e delle misure da mettere in atto per il raggiungimento degli obiettivi. Occorre, dunque, a livello nazionale come in ambito locale, che le iniziative dei singoli, affinché portino a un cambiamento reale e organico, siano accompagnate e sostenute dall’adozione di scelte, se non di lungo periodo, almeno in grado di resistere all’alternanza che i tempi della politica porta inevitabilmente con sé. “Siamo sull’orlo di una crisi climatica globale”, ha avuto modo di affermare il Capo dello Stato, e gli interventi parziali finora adottati dall’Italia risultano insufficienti, rappresentando implacabilmente il ritardo accumulato rispetto agli obiettivi imposti dall’UE rispetto alle tappe della transizione energetica nell’orizzonte temporale del 2030. In questo scenario in continua evoluzione, la nostra regione assume, all’interno del sistema elettrico nazionale, una posizione strategica. La specificità climatica che contraddistingue il nostro territorio, caratterizzato da un irraggiamento complessivo del 32 per cento superiore a quello del resto d’Europa, dall’elevata ventosità che interessa tutta la fascia costiera dell’isola e le isole minori, permettono di attribuire alla nostra regione un primato di indiscutibile valore nel processo di transizione energetica che interessa l’intero continente europeo. La Sicilia rappresenta un potenziale hub energetico di interconnessione e scambio all’interno del Mediterraneo, e tale ruolo deve essere opportunamente valorizzato, perché costituisce, in un momento di crisi economica senza precedenti, un’opportunità di sviluppo economico. Tale primato implica una precisa assunzione di responsabilità della nostra regione nei confronti dell’Italia, dell’Europa e dell’intero bacino mediterraneo, che deve declinarsi in misure che favoriscano lo sviluppo e la diffusione dell’impiego di fonti rinnovabili nella produzione di energia… A tal proposito, si ritiene necessario, al fine di agevolare il processo di transizione energetica in atto, recepire la normativa europea sulla prestazione energetica ed il ciclo di vita degli edifici, ai quali stime ufficiali riconducono circa il 36 per cento delle emissioni di CO₂ nell’ambito del territorio dell’Unione europea. Gli Stati membri, come è noto, sono chiamati ad approntare strategie che promuovano ristrutturazioni immobiliari profonde in una prospettiva di lungo periodo, attraverso l’adozione di sistemi alternativi ad alta efficienza che, riducendo anche i rischi connessi all’intensa attività sismica, contribuiscano ad aumentare la prestazione energetica ed il ciclo di vita degli edifici. In tal senso, la Commissione europea, nella valutazione di impatto della recente Direttiva 2018/844, che aggiorna la precedente e più nota Direttiva 2010/31/UE, stima che il processo di ristrutturazione, in funzione degli auspicati obiettivi di breve (2030), medio (2040) e lungo periodo (2050), dovrebbe avvenire ad un tasso annuo del 3 per cento circa sull’intero parco immobiliare. Il processo di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente e l’edificazione sostenibile del nuovo costruito, nell’intento di realizzare il traguardo dell’indipendenza energetica, offrono enormi potenzialità in termini di creazione di nuova occupazione e di rivitalizzazione del settore dell’edilizia, le cui piccole e medie imprese in esso operanti soffrono da anni una crisi profonda. Tuttavia, occorre registrare l’insuccesso delle iniziative nazionali a sostegno dell’efficientamento energetico in edilizia (eco-bonus), da attribuire alla grave crisi finanziaria sofferta dalle famiglie incapaci di affrontare qualsivoglia scelta di investimento. Rispetto alle Amministrazioni comunali, la grave esposizione debitoria nei confronti del gestore energetico e il conseguente regime di salvaguardia cui sono sottoposte, non offre loro la possibilità di avviare il processo di transizione energetico. Si pone, dunque, l’esigenza di risolvere preliminarmente le difficoltà economiche della platea dei soggetti destinatari delle misure incentivanti. Occorre poter contare su uno specifico Fondo regionale per il sostegno alla transizione energetica, con l’intento di agevolare le scelte di investimento delle famiglie siciliane e delle amministrazioni comunali verso la diffusione di forme di autoconsumo energetico che, mediante l’impiego di impianti da fonti rinnovabili di energia, contribuirebbe all’ambizioso risultato della “bolletta energetica zero”. Si è, inoltre, avuto modo di constatare che in molti casi l’iniziativa del privato ovvero del singolo Comune, venga percepita come eccessivamente onerosa e, come tale, difficilmente perseguibile. A tal fine, lo strumento delle Comunità energetiche, previste dalla direttiva 2018/2001/UE, agevolandone la loro costituzione mediante incentivi economici, offrirebbe un importante opportunità, diluendo gli oneri tra i partecipanti alla comunità. Inoltre, il processo di transizione energetica che interessa, come detto, il parco immobiliare esistente, offre lo spunto per affrontare in modo sinergico il tema dell’attività di prevenzione del rischio sismico... Diviene essenziale coniugare le opportunità offerte dagli obiettivi di efficienza energetica e di prevenzione del rischio sismico con lo sviluppo di materiali, tecniche costruttive, apparecchiature e tecnologie sostenibili già ampiamente collaudate. In estrema sintesi, occorre diffondere una nuova cultura, quella del “costruire bene ed in modo sostenibile”, in vista del molteplice traguardo dell’indipendenza energetica, della sicurezza, della difesa dell’ambiente e della crescita dell’occupazion".                                                                                  Salvo Cona