Dopo la convalescenza, il vescovo Calogero Peri, esprime la sua gratitudine verso tutti
- di Redazione Il Solidale
- 9 mag 2020
- CRONACA
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CALTAGIRONE - Finita la sua convelescenza, oggi ha pensato bene di fare una inattesa, ma senza dubbio ben gradita visita a sorpresa ai reparti Covid dell’Ospedale “Gravina” di Caltagirone. Parliamo del vescovo della Diocesi calatina, Calogero Peri, il quale ha spiegato che la sua iniziativa è stata «l’occasione per un saluto al personale, per rivolgere loro un pensiero grato e di amicizia e per esprimere ancora la vicinanza ai malati in questo momento di difficoltà, sostenendo la speranza della guarigione». Ringraziamenti che, come ben si ricorderà, aveva già espresso più ampiamente con una lettera aperta scritta domenica 3 maggio scorso, il giorno stesso in cui venne dimesso dall’ospedale “Gravina” di Caltagirone, dove era stato ricoverato per un mese a causa del COVID-19. In quella lettera, il vescovo della Diocesi di Caltagirone, Calogero Peri, scrisse: “Accanto alla gioia di ritornare a casa c'è, ancora più grande e più bella, quella di ritornare tra voi. Ho pensato di scrivere questa lettera perché ho un debito di gratitudine verso tutti, per la vicinanza, l'affetto, l'incoraggiamento, la trepidazione e la preghiera con cui vi siete resi presenti durante questo tempo di prova. Giacché non mi è possibile stendere una lettera per ciascuno personalmente, mi accontento di stilarne una per tutti; chiedo ad ognuno di voi, però, di accoglierla come se fosse l'unico destinatario. Ho provato per un momento a pensare a tutti coloro a cui mi voglio rivolgere e, confesso, che non mi è stato possibile terminare l'elenco. Ho tentato, allora, di individuare almeno le categorie di persone per raggiungere tutti, ma pure in questo caso non mi è riuscito né di comporre un elenco completo né di metterle in ordine. Vi spiego anche il perché. Voglio scrivere alla mia famiglia in cui ora vivo, i miei presbiteri, i diaconi, i religiosi e le religiose, le suore con cui abito, e tutte le persone di questa amata diocesi di Caltagirone. Voglio scrivere alla famiglia da cui provengo, ai parenti e, poi, alla mia famiglia religiosa, i Frati Cappuccini della Provincia di Palermo, ma anche dell'Italia e del mondo. Una carezza del tutto particolare ai bambini della Diocesi e anche di tante altre regioni. Voglio scrivere alle autorità politiche, civili e militari, locali, regionali e nazionali. Alle Forze dell’ordine e ai lavoratori che in questo tempo non si sono mai fermati, perché hanno continuato a spendersi per me e per noi. Al caro Papa Francesco, ai Vescovi della Cesi, della CEI e di altre parti del mondo. Ai medici, agli inservienti, agli infermieri, ai responsabili e agli amministrativi. Agli amici, vicini e lontani. Ai giornalisti e ai tanti e diversi operatori della comunicazione. A quegli amici che non si riconoscono nella mia fede. A tutte quelle persone che non conosco, o che non conoscevo, ma che mi hanno raggiunto o hanno pregato per me. A tutti quelli che sto dimenticando di nominare, in modo che proprio nessuno resti escluso!”. Salvo Cona
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