Violenza sulle donne: la Polizia di Stato dice “no” e lo fa sempre offrendo aiuto e sostegno

  • di Redazione Il Solidale
  • 11 mag 2020
  • CRONACA

Violenza sulle donne: la Polizia di Stato dice “no” e lo fa sempre offrendo aiuto e sostegno

A proposito di violenza contro le donne, la Polizia di Stato ha scelto di stare vicina alle donne con delle campagne antiviolenza che prevedono in tutte le province italiane la presenza di camper, pullman, gazebo e altri momenti d’incontro, volti a rompere l’isolamento e il dolore delle vittime di violenza di genere, offrendo il supporto di un’equipe di operatori specializzati, in prevalenza composta da donne e formata da personale di Polizia specializzato, da medici, psicologi e da rappresentanti dei centri antiviolenza. Ideate e promosse dalla Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, tali attività si prefiggono di diffondere una nuova cultura di genere e di aiutare le donne, vittime di violenza, a vincere la paura di denunciare il proprio aggressore. Donne e uomini della Polizia di Stato specializzati sono infatti a disposizione della cittadinanza, pronti a dare informazioni sulle varie forme di sostegno alle vittime e ai loro familiari. E nelle piazze italiane lo fanno anche attraverso la distribuzione di un volantino, scritto in diverse lingue tra cui arabo, cinese, albanese e russo. Tutto per abbattere il muro della diffidenza alla denuncia. Un progetto quindi che vuole annullare nelle donne, vittime di soprusi, la paura della denuncia che invece va opportunamente presentata per arginare o porre fine tale deprecabili fenomeni. Le iniziative messe in campo a livello nazionale a tutela delle donne vittime di violenza e non solo, tendono a sottolineare il lavoro della Polizia di Stato che non rappresenta soltanto una forma di protezione, ma è anche un sicuro punto di riferimento. Tutto questo per generare nei cittadini quel senso di sicurezza necessario per far vincere alle vittime la paura di raccontare la vergogna di non essere credute o di essere giudicate. Nella loro campagna informativa, la Polizia di Stato offre dei termini di paragone che vanno considerati dalle donne per comprendere se essa ha di fronte un uomo che la ama o un uomo che invece potrebbe rivelarsi poi essere il loro aguzzino o il loro carnefice, come purtroppo le cronache ci riportano: “Se ti ricatta … non è amore. Se minaccia te o i tuoi figli … non è amore. Se ti prende a calci, se ti isola, se ti umilia, se ti offende… non è amore. Se ti perseguita con mail e sms ossessivi… non è amore. Se ti prende con violenza quando non vuoi… non è amore. Se ti chiede 'l’ultimo appuntamento'… non è amore. Se ti uccide …non è amore".   Salvo Cona