Istituzioni, sindacati e produttori di uva da tavola, chiedono a gran voce che cessi la crisi
- di Redazione Il Solidale
- 7 nov 2019
- CRONACA

MAZZARRONE – Istituzioni, sindacati e produttori, assieme per dare un preciso messaggio ai governi, nazionale e regionale, per mettere fine ad una crisi, che rischia di mettere in ginocchio il volano dell’economia isolana. Questo il senso dell’incontro svoltosi nella sala consiliare della città dell’uva, voluta dall’Amministrazione comunale e dalla Cia. Tanti i problemi trattati e nel corso dell’affollata assemblea, abbiamo colto i pareri di un produttore e del presidente del consorzio del “Uva Igp Mazzarrone”, Biagio Consoli e Gianni Raniolo. “Le ragioni della crisi attanaglia il settore –ha dichiarato Biagio Consoli– sono da addebitare all’andamento climatico e all’eccessivo caldo, che non hanno consentito il regolare ingrossamento dei chicchi durante la maturazione e anche se l’uva si presentava sana, colore e sapore buoni e appetibili ai consumatori, il prodotto ha avuto difficoltà di collocazione nei mercati e nella grande distribuzione in particolare”. “Non è stato solo questo l’handicap –prosegue Consoli– perché i nostri mercati sono invasi dai prodotti provenienti dai Paesi del Sud Mediterraneo, Marocco e Algeria in particolare, che riescono a praticare prezzi per noi impossibili per l’alto costo della manod’opera”. I mercati chiedono uva apirena, quale la sua opinione: “Oggi e ancor più in avvenire –precisa Consoli- i mercati chiedono varietà precoci e senza semi, che presuppongono una diversa organizzazione aziendale e maggiori costi di produzione, perché la coltivazione in serre, consente la precoce maturazione dell’uva commerciabile sin dal mese di maggio e quindi prodotto appetito dai mercati, specie quelli esteri da noi forniti”. “Chiediamo -conclude Consoli– maggiore attenzione e aiuti da parte dei governi specie per la commercializzazione dei prodotti, assistenza tecnica nelle aziende per coltivare nuove varietà,bio e senza semi richieste dai mercati”. “La crisi potrebbe essere contrastata –dichiara Gianni Raniolo, presidente del consorzio Igp uva di Mazzarrone– migliorando la coltivazione di uva senza semi e altre varietà richieste dai mercati, abbattendo i costi, consentendo così come succede in Puglia, di coltivarle anche in Sicilia, per offrire ai mercati soprattutto esteri, un paniere più soddisfacente tenendo anche conto che raggiungiamo la grande distribuzione più tardi rispetto alla Puglia per la nostra marginalità geografica”. Nuccio Merlini
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