Libri e letture. “Una stanza tutta per sé” di Virgina Woolf: il primo manifesto sul femminismo e la parità di genere
- di Redazione Il Solidale
- 3 giu 2025
- OPINIONI

SANTA DOMENICA VITTORIA. Scritto nel 1929 da Virginia Woolf, il saggio “una stanza tutta per sé è considerato il primo e il più famoso manifesto femminista.
Dall’antichità all’Ottocento, sono sempre stati gli uomini a parlare e a scrivere sulle donne, sentenziando la loro natura e rilegandole al ruolo di moglie e madri, come se la mente femminile fosse incapace di pensare e avere opinioni o, ancora peggio, scrivere romanzi o saggi.
Tutti gli intellettuali, gli scienziati e i personaggi di spicco erano, e in alcuni settori lo sono ancora, uomini. Le donne che volevano scrivere erano costrette a fingersi uomini, come le sorelle Brontë e Marion Evans, la quale ancora oggi viene riportata dagli editori come George Eliot.
Nel 1928 Virginia Woolf di tenne due conferenze per le studentesse di Cambridge dal titolo: “Le donne e il romanzo”. L’anno dopo dai resoconti dei due incontri venne pubblicato “Una stanza tutta per sé”, un saggio fondamentale per il movimento femminista, che parte dal tema della scrittura per poi parlare della condizione della donna degli anni ’20, in maniera arguta, profonda e inedita.
La Woolf ci insegna che se una donna che vuole scrivere può farlo, ma deve innanzitutto avere abbastanza soldi per potersi mantenere il “passatempo” della scrittura (solo se lo fanno gli uomini diventava un mestiere di pregio) e una stanza tutta per sé. La stanza non serve solo per non essere disturbata e per concentrarsi sulla narrazione, ma per restare dentro una bolla, per non farsi contagiare dalla società maschile e maschilista e dalla sua mentalità distorta. A partire da questa affermazione, il saggio descrive la condizione della donna e le analogie e differenze nel tempo e nello spazio e, per la prima volta nella storia della letteratura, affronta il problema del divario tra i due sessi, i privilegi di essere uomini e il desiderio di emancipazione femminile.
Con la giusta dose di astuzia, eleganza e spregiudicatezza, Woolf per la prima volta associa l’immagine della donna alla scrittura, per secoli esclusiva dell’uomo.
La grandezza della scrittrice sta nello smontare ad uno a uno tutti i tasselli di un mondo costruito dagli uomini per gli uomini, immaginando come mai nessuno prima di lei la parità di genere, tanto desiderata e agognata, ma che era, e in un certi aspetti ancora rimane, solamente un’utopia.
Come disse la stessa Woolf, “Per tutti questi secoli le donne hanno svolto la funzione di specchi, dotati della magica e deliziosa proprietà di riflettere la figura dell'uomo a grandezza doppia del naturale.” Ma non è possibile vivere per sempre all’ombra di un altro. Prima o poi lo specchio si rompe ed emerge la propria individualità; allora finalmente “lo specchio” scoprirà la sua bellezza, per tanto tempo sommersa e incatenata dall’altro sesso, forse perché troppo impaurito dalla sua profondità e intelligenza.
Come disse la stessa autrice, “non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente”. Questo è un prezioso insegnamento rivolto a tutte le donne e le sue lotte di ieri, oggi e domani. Perché quello che siamo noi adesso è il risultato del sudore, della forza e della determinazione di donne rivoluzionarie ed anticonformiste come Virginia Woolf e la sua inestimabile intelligenza. (Eva Casella)
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