Libri e letture. "Mrs Dalloway" di Virginia Woolf e la ricerca della felicità
- di Redazione Il Solidale
- 9 giu 2025
- OPINIONI

SANTA DOMENICA VITTORIA. “La signora Dalloway” di Virginia Woolf è un romanzo dell'età moderna che racconta la vita di Clarissa Dalloway, una donna dell'alta borghesia londinese. La narrazione è ambientata in una giornata particolare, il 13 giugno 1923. L'autrice usa la tecnica del flusso di coscienza per raccontare i ricordi, le emozioni e le impressioni di Clarissa, intrecciando la sua storia con quella di un altro personaggio, Septimus Warren Smith, un giovane reduce di guerra.
Il libro sembra un viaggio nel tempo e nello spazio nella Londra del 1923, la quale viene descritta in tutte le sue meravigliose sfaccettature e peculiarità. Clarissa, mentre prepara una festa, rievoca i luoghi d’infanzia e i ricordi del passato, riflettendo sul suo presente. Il suo percorso è parallelo a quello quello di Septimus, un ragazzo disperato e traumatizzato dagli orrori della guerra e in cerca di un senso alla sua vita tormentata.
La Woolf, con semplicità e grande abilità di scrittura, esplora temi profondi come la precarietà della vita, la morte, la solitudine, la guerra, le relazioni umane e la ricerca della felicità. Il libro “La signora Dalloway” è considerato un capolavoro della letteratura modernista, un romanzo che ancora oggi risulta attuale e continua a suscitare emozioni, sensazioni e interrogativi sulla natura umana e sul senso della vita.
Attraverso la descrizione dei personaggi, l’autrice interseca le loro vite, che scorrono in parallelo. Ma queste linee, di sanità e follia, di vita e di morte, di felicità e tristezza, non sono nette, ma si contrappongono tra loro in maniera astratta, tortuosa e a tratti drammatica.
Come in altri romanzi, la protagonista nascosta dietro la storia è Virginia Woolf. L’autrice attribuisce una funzione catartica alla scrittura, allo scopo di scardinare i pregiudizi e le contraddizioni della società vittoriana, in cui le restrizioni e la mentalità maschilista soffocano e opprimono l’esistenza della protagonista e dell’autrice stessa. Se Clarissa, al termine della storia, riesce finalmente a liberarsi dalle catene che impone la società e ad acquisire una maggiore consapevolezza e accettazione di sé, ciò non accade a Virginia Woolf, che non riuscirà mai a liberarsi del preso opprimente della mentalità retrograda della società in cui vive. La vita pubblica e la vita interiore si scontrano costantemente, in maniera disarmonica e disfunzionale, alla ricerca costante di una felicità effimera. (Eva Casella)