San Cono. SAI “Vizzini Ordinari” : una piccola tunisina al Grest parrocchiale "Elpis"
- di Redazione Il Solidale
- 16 lug 2025
- SOCIALE

SAN CONO. Nel cuore di San Cono, una bambina tunisina di nome Lamis - (che fa parte di una famiglia ospite del SAI “Vizzini Ordinari” di San Cono, gestito dalla cooperativa sociale “Opera Prossima”, coordinato da Mariella Simili, insieme al responsabile Ignazio Mangione e Giada Masuzzo come coordinatrice di progetto) - si è unita al grest estivo “Elpis”, grazie alla generosità della parrocchia che ha voluto offrire questa esperienza alla bambina. Nonostante la difficoltà iniziale,un gesto semplice e caloroso ha fatto la differenza: l’educatrice Giada, che conosce bene il contesto del centro e ha esperienza con i bambini migranti, ha preso Lamis sotto la sua ala, cercando di fare sentire la bambina non solo benvenuta, ma anche protagonista. Giada ha capito fin da subito l’importanza di accompagnare Lamis in questo processo di inclusione. Il grest parrocchiale - che da due anni coinvolge molti ragazzi in attività ludiche, educative e di socializzazione - ha accolto la piccola tunisina con gioia. La sua presenza, inizialmente timida, si è trasformata in un’esperienza significativa di integrazione e di scoperta reciproca. Fin dal primo giorno, Lamis ha trovato un ambiente accogliente. Lo staff e gli animatori del grest si sono mostrati pronti a comprendere le sue esigenze e a aiutarla ad adattarsi. Fin da subito Lamis ha partecipato alle attività con molto entusiasmo, mostrando particolare interesse per il laboratorio di ballo. I giochi di gruppo, i laboratori creativi, le gite e le feste in piazza sono diventati il suo mondo, dove ha potuto sperimentare la gioia di stare con altri bambini, fare nuove amicizie ed imparare a comunicare senza parole. Uno dei momenti più significativi per Lamis è stato durante lo spettacolo finale dove si è esibita sul palchetto adibito davanti la piazza della chiesta, in diversi balli imparati durante il laboratorio che si è svolto in settimana durante il grest. Attraverso giochi e momenti di socializzazione, la giovanissima tunisina ha imparato che la lingua del cuore è universale, che non ci sono barriere quando si tratta di sorrisi, di giochi all’aria aperta o di risate condivise. Questa esperienza dimostra che le parrocchie, con le loro iniziative di accoglienza e solidarietà, svolgono un ruolo fondamentale nel processo di integrazione dei bambini migranti, offrendo loro un ambiente dove sentirsi al sicuro, amati e valorizzati. (Giada Masuzzo)
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