Libri e letture. "L’ombra del vento e la forza delle parole" di Carlos Ruiz Zafón
- di Redazione Il Solidale
- 6 mag 2025
- OPINIONI

Santa Domenica Vittoria. Uscito per la casa editrice spagnola Planeta nel 2001, il libro L'ombra del vento dell'indimenticabile Carlos Ruiz Zafón ha venduto oltre 15 milioni di copie nel mondo ed è stato tradotto in quasi 40 lingue. Il volume ha dato l’avvio alla Saga nota come Il cimitero dei libri dimenticati. La precoce scomparsa dell'autore è stata una grande perdita per la letteratura contemporanea, capace come pochi di creare realtà avvolgenti, mondi misteriosi, costruiti su mattoni di libri, talvolta polverosi ma mai del tutto dimenticati.
Zafón ha legato il suo nome alla sua città, Barcellona, la quale è la vera protagonista del libro, una presenza costante, sottotraccia, leggera e allo stesso tempo ingombrante. La si può vedere affiorare in ogni pagina, come in penombra, la si riconosce nei suoi reticoli di vie e avere la percezione di conoscerla, pur non essendoci mai stati.
La trama del libro L’ombra del vento è raccontata attraverso la voce di un adolescente. Suo padre è il vecchio proprietario di un negozio di libri usati, nella città antica. La storia di Daniel è un po’ la storia di Carlos e insieme quella dei tanti lettori appassionati di scrittura. Da sottolineare è il ritmo serratissimo e incalzante dell’opera, che cattura l’attenzione del lettore sin dalle prime righe. È come vedere lo scrittore, caratterizzato da uno sguardo un po’ triste, un sorriso appena accennato e un non so che di misterioso, che ti travolge in una dimensione quasi magica. Per non parlare della descrizione delle grandi biblioteche dimenticate dal mondo, descritte minuziosamente in tutti i loro affascinanti dettagli.
Un romanzo giallo, ma anche sentimentale e a tratti quasi poliziesco. Esso è stato definito come “un ritratto caleidoscopico di un mondo al confine tra il presente e il passato, tra il reale e l’immaginario”.
Il protagonista, Daniel, viene conquistato da un vecchio volume e inizia una ricerca affannosa di quel nome sulla copertina. Ha in mano l’unica copia sopravvissuta al suo stesso creatore e da lì parte per un viaggio che “lo porterà fuori e dentro di sé”. E, come ci descrive Zafón nelle vesti di Daniel, “Non so dire se dipese da queste riflessioni, dal caso o dal suo parente nobile, il destino, ma in quell’istante ebbi la certezza di aver trovato il libro che avrei adottato, o meglio, il libro che avrebbe adottato me”.
In breve, il romanzo riesce a sollecitare tutti i nostri sensi, attraverso i ricordi che si mischiano ai racconti, come quando ci descrive quell’odore un po’ acre e specialissimo che è solo delle pagine antiche.
Il tratto distintivo dell’autore è la sua capacità di rendere le parole eterne. Le parole vivono di vita propria, una vita vissuta “all’ombra del vento”, spesso invisibili o sconosciute per tanti, ma non per questo inconsistenti o insignificanti, così come i libri in cui esse sono contenute. Come ci ricorda Zafón “Ogni libro, ogni volume possiede un’anima, l'anima di chi lo ha scritto e l'anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.” (Eva Casella)