Niscemi. XIV Festa in onore della Beata "Chiara Luce Badano", morta all'età di 18 anni

  • di Redazione Il Solidale
  • 30 ott 2025
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Niscemi. XIV Festa in onore della Beata "Chiara Luce Badano", morta all'età di 18 anni
(Alberto Drago) NISCEMI. Ha avuto inizio nella Parrocchia “Sacro cuore di Gesù” di cui è parroco don Giuseppe Cafà, la 14esima Festa in onore di “Chiara Luce Badano”, la giovane ligure del Movimento dei Focolari che affetta da un male incurabile, andò felice incontro al Signore nel 1990, all’età di 18 anni, trasmettendo gioia a chi le stava accanto.
Beatificata nel 2010 da Papa Benedetto XVI, il parroco don Giuseppe Cafà e la comunità del Movimento dei Focolari di Niscemi, guidata da Giovanni Lionti e Donatella Cannia, iniziarono nel 2012 a fare conoscere la vita e la testimonianza di fede della beata Chiara come modello di santità per i giovani.
Alla beata Chiara Luce è intitolato un parco in un quartiere periferico della parrocchia.
La 14esima edizione della Festa comprende un triduo predicato da don Massimiliano Lo Chirco, vice direttore della Pastorale Giovanile della Diocesi di Palermo e quest’anno prende  spunto dalla seguente frase della Beata Chiara Luce: “Bisogna ricominciare sempre”.
Fino alla fine di ottobre sono previsti pellegrinaggi dell’effige della Beata Chiara Luce nelle case delle famiglie che vivono un percorso di fede  e un’esperienza di catechismo, come cammino di iniziazione cristiana proposto dalla parrocchia a genitori e figli.
Il programma della Festa è anche caratterizzato dalla testimonianza di Rosamaria Scorese, sorella di Santa Scorese, giovane cattolica che venne uccisa dal suo stolker il 16 marzo del 1991 a Palo del Colle in provincia di Bari, dopo tre anni di minacce.
Santa plasmata dalla spiritualità del Movimento dei Focolari, missionaria, è stata dichiarata dalla chiesa Serva di Dio perché uccisa in odio alla fede e poiché lo stalker le intimava di non frequentare le chiese e le diceva “tu sarai mia o di nessuno”.
Una storia crudele, ma allo stesso tempo di amore e santità, raccontata dalla sorella in cui Santa, ferita mortalmente, perdonò con le sue ultime parole il suo assassino.